La Bce, nel suo ultimo bollettino economico, rivede le proprie previsioni sulla ripresa economica giudicandola solida e generalizzata. D'altra parte, proprio per consolidarla ulteriormente e considerando che ancora non si vedono analoghi effetti dal lato dei prezzi e, quindi, dal punto di vista dell'inflazione, ribadisce che gli stimoli monetari continueranno. Sopratutto dal lato dell'inflazione le stime della banca centrale indicano un tasso dell'1,7% ma solo nel 2020. Quindi ben al di sotto dell'obiettivo statutario della Bce che è circa del 2% o molto prossimo a questo valore.

Vediamo di capire come mai la banca centrale europea sia arrivata a queste conclusioni e quali risvolti pratici avranno sulla vita dei cittadini italiani ed europei.

Continua l'era dei tassi bassi

Come esplicitato nel bollettino economico e messo in evidenza anche dallo stesso Mario Draghi in diverse occasioni, l'outlook della banca centrale è che i tassi di interesse continueranno a viaggiare ad un livello estremamente basso ancora per molto. E sicuramente anche dopo la fine degli stimoli monetari del Qe. Di conseguenza, il board della banca centrale ha deciso, almeno per il momento, di non procedere ad ulteriori ritocchi degli stessi. E questo proprio per raggiungere l'obiettivo della crescita dell'inflazione fin quasi al 2%.

La ripresa in atto

Dall'analisi che emerge nel bollettino economico della Bce, le prospettive di crescita hanno subito un netto miglioramento. Anche perché si è ridotta, in maniera corrispondente, la capacità inutilizzata dei fattori produttivi all'interno dell'economia dell'intera Unione Europea. Questo, però, non si è riflesso nella stessa maniera sull'andamento dei prezzi al consumo, anche se dei segnali di miglioramento si sono evidenziati.

Per tale motivo, il Consiglio Direttivo della Bce ha deciso di mantenere inalterati gli stimoli monetari in atto.

Le indicazioni ai paesi europei come l'Italia

Il mantenimento degli stimoli monetari in atto, poi, è quanto più necessario, dato che diversi paesi presentano ancora un alto debito pubblico. Di conseguenza, è importante che proseguano nell'opera di risanamento fin qui attuata, continua il bollettino economico.

Il riferimento, manco a dirlo, è all'Italia innanzitutto.

Infatti, anche se nelle previsioni Bce è scontata una riduzione del rapporto debito/Pil nel quadriennio in corso 2017 - 2020, a causa, da una parte, della minore spesa per interessi e, dall'altra, per il miglioramento della congiuntura economica, tali paesi non devono abbassare la guardia. Bisogna, invece, proseguire su un sentiero di consolidamento dei risultati ottenuti finora.