Il 27 dicembre 2017 è stata approvata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale la nuova legge che ha introdotto il fondo familiare per i caregiver. Si tratta di un'importante innovazione che mira a riconoscere giuridicamente rilevante la figura di colui che si prende cura a tempo pieno o parziale di un componente del nucleo familiare durante la sua malattia o disabilità.
Un riconoscimento economico che, attraverso il fondo, punta a dare merito al tempo speso e dedicato all'assistenza. La nuova normativa approvata con la Legge di Bilancio 2018, prevede lo stanziamento iniziale di 20 milioni di euro, che si ripeterà nel 2019 e 2020, raggiungendo così la somma complessiva di 60 milioni.
Si tratta indubbiamente di un grande passo in avanti verso il delicato tema della tutela del lavoro e della previdenza sociale.
Nell'articolo 30 bis si legge che il fondo è stato istituito presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali per sostenere il ruolo di tutti i caregiver familiari che si occupano della cura e dell'assistenza di un parente. Dunque, finalmente è stata riconosciuta l'importanza di chi si prende cura di persone malate anche se in modo informale e non professionalmente. La nuova misura, infatti, è finalizzata a riconoscere il valore sociale ed economico che quest'attività di cura comporta.
Può fare richiesta del sussidio il familiare che assiste e si prende cura del coniuge, del convivente di fatto o di un affine di secondo grado.
Requisiti del familiare malato che il caregiver assiste
Il caregiver, per ottenere il riconoscimento economico, deve assistere un componente del nucleo familiare che, a causa di una malattia, di un'infermità o di una disabilità cronica o degenerativa, non sia autosufficiente e nemmeno in grado di prendersi cura di sé. Deve essere riconosciuto invalido civile, in quanto bisognoso di assistenza totale e continua di lunga durata, oppure deve essere titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 18 del 1980.
Fondamentale è che rientri nei casi indicati dall'articolo 33 della legge 104 del '92. Infatti, nel comma 3, si riconosce lo stato di gravità della malattia. Questo riconoscimento viene effettuato dalla commissione medica dell'azienda ASL. Al momento, attraverso la legge, questa figura ha avuto solo un riconoscimento giuridico, mentre mancano ancora i decreti attuativi, le circolari ministeriali e le successive prassi operative per farne richiesta.