Il finanziere americano di origini ungheresi George Soros è intervenuto a Davos, durante una delle sessioni del World Economic Forum, e ha criticato duramente la politica dell'attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Non solo, ma ha anche spiegato il perché del successo del Bitcoin e delle altre criptovalute. Infine, non ha risparmiato critiche pungenti ai grandi big dell'alta tecnologia. Vediamo cosa ha detto e quali influenze potrebbero esercitare le sue dichiarazioni sull'economia mondiale.

Il capitolo criptovalute

Per Soros le criptovalute, come il Bitcoin, non potranno mai assurgere al livello di moneta nazionale, come può essere il dollaro o l'euro o anche lo yuan cinese.

E questo, fondamentalmente, perché, afferma il finanziere, le criptovalute non hanno stabilità. La moneta serve per dare certezza agli scambi commerciali e per pagare gli stipendi. Ma, continua Soros, una moneta che perde il 25% del suo valore da un giorno all'altro non è una moneta è speculazione. D'altra parte, spiega, le criptovalute continueranno ad esistere perché sono utili alla criminalità organizzata. Questa, infatti, come anche molte dittature, le utilizza per riciclare denaro sporco.

Il destino di Trump secondo Soros

Il Finanziere ungherese si è poi spinto a tracciare un ardito parallelo fra il Presidente Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin. Secondo Soros Putin si trova alla guida di un vero e proprio "Stato mafioso", come lo ha definito.

E Trump, sempre secondo il finanziere, vorrebbe fare lo stesso con gli USA. Ma non può grazie alla Costituzione che glielo impedisce.

Comunque, Soros giudica che l'attuale Presidente americano non dovrebbe restare in carica ancora a lungo. Al massimo, afferma, potrà arrivare al 2020 se qualche scandalo non lo farà cadere prima.

Anche perché più rimane in carica, secondo il magnate, più costituisce un pericolo per il mondo intero. Con Trump c'è il grosso rischio che scoppi un guerra nucleare, in quanto il Presidente Usa si rifiuta di accettare che la Corea del Nord sia ora una potenza nucleare. Infatti, afferma che alle elezioni di medio termine di novembre 2018 rimarrebbe molto meravigliato se non vincesse il Partito Democratico.

Il monopolio di Google e Facebook

Soros, poi, non ha risparmiato stoccate anche per i big dell'High Tech come Google e Facebook. Nati grazie all'innovazione tecnologica, questi giganti del web starebbero diventando talmente potenti e pervasivi, sfruttando l'ambiente sociale a proprio vantaggio e arrivando a influenzare il modo di pensare dei loro utenti senza che questi ultimi ne siano consapevoli. Secondo Soros questo si sarebbe già verificato durante le ultime elezioni americane. Se, poi, i grandi colossi dell'High Tech si alleassero con degli Stati autoritari vi potrebbero essere dei pericoli reali di creazione di nuovi regimi totalitari a danno della democrazia. Per questo vede con favore l'introduzione di nuove tasse nei loro confronti e benedice il lavoro che sta facendo, in Europa, la Commissaria Ue alla concorrenza Vestager.