CIrca 400 mila pensionati hanno scoperto che in molti Paesi della terra, dove il costo della vita è estremamente basso, si può fare una vita da ricchi con una pensione minima percepita in Italia. Dunque pensionati in fuga: secondo quando testimonia l’Inps cresce ogni anno il numero dei pensionati italiani iscritti all’Aire (il registro della popolazione residente all’estero) che hanno deciso di “migrare”, anche solo sulla carta. Il trend è in crescita con un +64% solo nel 2014. Affrontare un trasferimento per avvantaggiarsi di un'imposizione fiscale più favorevole, di un clima migliore, di vari lussi conviene soprattutto ad ex impiegati e dipendenti statali, liberi professionisti, ma anche operai, pizzaioli e commercianti.

Ecco, infatti, che mentre il Centro Studi di Itinerari Previdenziali, registra che sono circa 151 mila gli assegni corrisposti a nostri connazionali in Canada, Australia e Germania, l’Inps ha registrato numeri assai più preoccupanti, calcolando di versare all'estero oltre 700 milioni di euro in assegni pensionistici.

Ecco perché i pensionati lasciano il Paese: si vive da ricchi?

Il perché di una scelta tanto drastica, specialmente per chi ha vissuto una vita in Italia accanto ai figli e alla propria famiglia, sono sicuramente i prezzi al consumo più bassi e la detassazione, che arriva ad esempio al 100% in Portogallo, per i primi 10 anni. Stesso discorso per la Thailandia, Bulgaria, Tunisia, America latina e anche Marocco.

Chi porta la pensione all’estero, riceve la pensione lorda (senza trattenute fiscali) e paga le tasse secondo le aliquote previste dallo Stato di destinazione.

In questo senso è cresciuta anche l'attenzione per il fenomeno delle cosiddette false residente, ovvero di chi spostano solo fittiziamente il proprio domicilio fiscale all'estero per ottenere uno sgravio sulle tasse.

Il trasferimento di residenza deve essere reale: non può trattarsi infatti di un viaggio di piacere. Quindi bisogna abitare nella nuova casa all’estero per almeno 183 giorni.

Dove vivere pagando poche imposte

Fra i Paesi in cui si vive meglio e si pagano poche imposte ci sono :

•la Spagna e la Francia dove su una pensione lorda di circa 20 mila euro si paga rispettivamente il 9,5% di tasse e il 5,2% di tasse;

•in Croazia esistono diverse aliquote in base alla pensione: si va dal 12%, al 25% al 40%.

Dopo l’iscrizione all’Aire del comune italiano d’origine, entro 3 mesi dall’arrivo del nuovo Paese, occorre inviare una raccomandata all’Inps con cui su chiede di erogare la pensione all’estero su un c.c. bancario estero o su un c.c. postale estero o con l’emissione di un assegno bancario in euro. Se la pensione la si vuole portare in uno Stato extracomunitario, occorre informarsi sulla tassazione all’ambasciata. Poi bisogna rivolgersi all’ufficio pensioni estero e verificare le possibilità. Se la pensione la eroga una PA, il pensionato in tal caso può essere soggetto ad una doppia imposizione in Messico o Thailandia, ma non in Cile, Tunisia, Austria.

Un altro punto molto importante sono gli accertamenti per verificare l'esistenza in vita del pensionato. In tal caso L’Inps, tramite appositi controlli provvede a verificare che ad incassare l'assegno non sia una persona senza diritto, deceduta magari, ma il soggetto effettivamente beneficiario.