Dopo la sortita del quotidiano economico inglese Financial Times che solo la scorsa settimana definiva "barbari" il M5S di Luigi di Maio e la Lega di Matteo Salvini, ora tocca ad una delle tre più importanti agenzie di rating del pianeta criticare le politiche future del nascente governo giallo - verde. L'agenzia in questione è Fitch. Vediamo di capire, sinteticamente, le motivazioni della sua bocciatura a priori in riferimento a un esecutivo che, ancora, non ha iniziato nemmeno ad operare.

L'opinione di Fitch

L'agenzia di rating definisce i due partiti usciti vincitori dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018 come due delle formazioni politiche più populiste ed euroscettiche che si siano viste in Italia ed in europa negli ultimi anni.

Di conseguenza, il giudizio negativo si estende alle loro politiche di riforma della cosa pubblica. Secondo Fitch il problema risiederebbe nel fatto che le politiche giallo - verdi potrebbero minare fortemente la fiducia dei mercati e, per questa via, potrebbero condurre ad un ridimensionamento del merito di credito del nostro Paese che, quindi, potrebbe divenire oggetto di una guerra speculativa. L'Italia, infatti, secondo Fitch, non dovrebbe interrompere le riforme fin qui attuate, in primo luogo quelle indirizzate ad un maggiore rigore fiscale. Ma le proposte di M5S e Lega, per l'agenzia di rating, sarebbero agli antipodi rispetto a questo orientamento. D'altra parte, vi sarebbero all'interno del contratto di governo delle buone cose la cui fattibilità, comunque, secondo Fitch dipende dalla forza e dalla capacità dei due contraenti di dare attuazione al loro programma.

Questa "incertezza" circa la reale fattibilità delle riforme concordate e messe nero su bianco nel contratto per il governo del cambiamento sarebbero alla base del balzo, fatto in queste ore, dallo spread, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani, i BTP e i corrispondenti titoli di Stato tedeschi, i Bund.

Questo avrebbe raggiunto i 180 punti base proprio mentre Luigi di Maio e Matteo Salvini si apprestano a salire al Quirinale per riferire al Capo dello Stato

L'effetto spread

Lo spread, ormai oltre a 180 punti base, non si vedeva così in alto dallo scorso mese di ottobre 2017. In una seduta è cresciuto di ben 14 centesimi. Questo, insieme ai vari stacchi di cedole che, in questo periodo dell'anno, stanno interessando diverse società quotate a Piazza Affari ha fatto andare in rosso la Borsa di Milano che, a metà seduta, perdeva circa l' 1,74%.

E che questo calo sia strettamente legato alla situazione politico - economica contingente lo dimostrerebbe il fatto che, nel frattempo, le altre borse europee e anche Wall Street hanno segnato dei guadagni. Anche per la "tregua" tra Stati Uniti e Cina nella guerra dei dazi. Anzi Usa e Cina, secondo le parole del Segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, avrebbero raggiunto un'accordo commerciale quadro, secondo quanto riferisce Il Sole 24 ore, dopo una serie di lunghi e intensi negoziati che porterà ad aprire ulteriormente il mercato cinese alla concorrenza.