Che qualcosa non stesse andando per il verso giusto nei conti della Melegatti, era emerso prima di Natale 2018. Proprio in quei mesi, infatti, diverse testate nazionali riportarono di un'iniziativa di solidarietà volta a far sì che i consumatori acquistassero i pandori del noto brand italiano, per fare in modo che l'azienda non andasse incontro ad un triste destino.
A quanto pare, però, questo ed altri tentativi non sono bastati, perché il Tribunale di Verona ha dichiarato il fallimento della società veneta e della "Nuova Marelli" di San Martino Buon Albergo.
Dunque, stavolta le difficili contingenze economiche che si stanno abbattendo su diverse realtà imprenditoriali, hanno colpito lo storico marchio veronese, che aveva sede a San Giovanni Lupatoto. Il tribunale, infatti, ha accolto l'istanza di fallimento presentata dal pubblico ministero, il quale aveva preso atto della difficile condizione debitoria dell'azienda veneta. A pagarne le conseguenze, come spesso accade in questi casi, potrebbero essere i dipendenti.
Melegatti fallita: cos'è successo?
Proprio prima delle feste, i dipendenti della storica azienda avevano lavorato incessantemente per produrre una quantità di pandori e dolci natalizi necessaria per soddisfare le richieste di mercato, ma a gennaio la produzione si è arrestata nuovamente a causa dei problemi finanziari della società.
Nonostante il tentativo di alcune imprese di proporre un piano di salvataggio, il tribunale veronese ha stabilito che non c'erano nemmeno le condizioni per un eventuale concordato che, si sperava, potesse tutelare il marchio e le maestranze impegnate.
L'ultima speranza dei dipendenti, infatti, era legata alla possibilità che ci fossero i margini temporali per verificare la concretezza dell'interesse di un fondo americano che sarebbe stato pronto ad investire 20 milioni di euro per rilanciare l'azienda, e per provare a venire a capo di un monte debitorio quantificabile in 50 milioni di euro.
Melegatti chiude? Le dichiarazioni di Zaia
Se non fosse arrivata la pronuncia di fallimento, quello della Melegatti non sarebbe stato di certo il primo caso in cui una situazione debitoria si sarebbe potuta risolvere attraverso una nuova politica commerciale e produttiva.
Tuttavia, i tempi, secondo gli organi competenti, non erano più sufficienti per verificare la fattività della proposta.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha fatto sapere che presto incontrerà il commissario che sarà nominato in quello che dovrebbe essere un esercizio controllato, che dovrebbe puntare a garantire l'attività produttiva. Il Governatore, infatti, ha affermato che ci si impegnerà a fondo per non far sparire un marchio storico del Veneto, e per far sì che circa 350 dipendenti non perdano il posto di lavoro.