Lo Stato Italiano potrebbe rientrare da attore di mercato fondamentale in Alitalia. In sintesi è questo il nocciolo delle dichiarazioni rilasciate dalla Commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager.

La Commissaria, intervenendo sull'annosa questione, ha anche voluto precisare che l'Unione Europea non ha pregiudiziali a che Alitalia sia almeno in parte di proprietà pubblica.

Infatti, l'Europa, ribadisce, si mantiene strettamente neutrale per quanto riguarda gli assetti proprietari delle aziende nazionali degli Stati membri. Tutto ciò, comunque, deve essere fatto rispettando integralmente le regole della concorrenza di mercato e senza che si eluda la normativa sul divieto di aiuti di stato.

La posizione del Governo

D'altra parte, come riferisce anche il "Fatto Quotidiano" la posizione del Governo giallo- verde, espressa dal ministro Danilo Toninelli è che Alitalia deve continuare ad essere un azienda di proprietà italiana al 51% ma assolutamente non nazionalizzata.

Nello stesso tempo al suo interno devono essere ben rappresentati gli "interessi italiani". Ciò vuol dire, spiega ancora Toninelli, che un eventuale investitore italiano deve avere interesse a rilanciare la compagnia di bandiera facendo volare gli aerei e non dovrebbe essere guidato da logiche speculative.

Per quanto riguarda la partecipazione dello Stato italiano, come riferisce sempre il "Fatto Quotidiano" si sta ragionando sulla possibilità di un intervento congiunto da parte delle Ferrovie dello Stato e di Cassa Depositi e Prestiti, i cui vertici sono stati rinnovati proprio in queste ore.

Lo stesso ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e Vicepremier Luigi Di Maio solo la scorsa settimana aveva assicurato che il Governo stava svolgendo i necessari colloqui per poter dare un futuro di continuità aziendale alla ex compagnia di bandiera che, ormai dal 2 maggio 2017 è in regime di amministrazione straordinaria.

Di Maio aveva precisato anche che la soluzione della vicenda Alitalia non può prescindere dal garantire le necessarie tutele ai lavoratori implicati. Anche perché è lo stesso contratto del Governo del cambiamento a prevedere il rilancio di Alitalia.

Il contenzioso con la Ue

Se, come afferma Toninelli si vuole mantenere l'italianità di Alitalia occorre trovare la quadra tra le tre offerte presentate da tre importanti vettori internazionali ma, comunque, stranieri.

Ci riferiamo alla tedesca Lufthansa, all'inglese Easyjet in partnership con il fondo americano Cerberus e all'ungherese Wizz air. La soluzione migliore potrebbe comportare una spartizione tra Stato e operatori con una grande esperienza internazionale.

Ma prima di tutto questo va risolto il contenzioso in essere con la Ue a cui ha fatto direttamente riferimento anche la Commissaria alla Concorrenza Vestager. La Commissaria fa riferimento ai 900 milioni di euro di prestito che dovrebbero essere restituiti entro il prossimo 15 dicembre 2018. Prestito finito sotto la lente europea dopo le denunce di Ryanair, Adria Airways e il consorzio Iag.

Il Dossier dovrebbe essere esaminato proprio in queste settimane dalla Direzione generale sulla Concorrenza della Commissione.

E, secondo quanto riferisce il " Corriere della Sera", i tecnici sarebbero orientati a considerarli aiuti di Stato. Ma c'è una possibilità che ciò non si verifichi.

Infatti, vi sarebbe divisione tra gli stessi tecnici circa l'applicazione del principio, cosiddetto, della "una volta, l'ultima volta" nel corso di 10 anni.

Il Governo italiano sostiene, ovviamente, che l'attuale Alitalia è una compagnia completamente diversa e in discontinuità economica con la precedente. Quindi, non vi sarebbe alcuna violazione.

In definitiva, la partita è ancora aperta.