Oggi era prevista l'assemblea dei soci di Cassa Depositi e Prestiti. In questa sede doveva essere presentato agli azionisti l'elenco dei candidati suggeriti dal Ministero del Tesoro, azionista di maggioranza della Cassa, per il rinnovo dei vertici del Consiglio Direttivo. All'ultimo minuto l'assemblea è stata rinviata alla prossima settimana. Dato che le fondazioni bancarie, che fanno parte dell'azionariato di Cdp con circa il 16% del capitale sociale, avevano indicato già la loro preferenza per una lista di 3 candidati, fra i quali spiccava il nome di Massimo Tononi come possibile candidato presidente, questo stop improvviso o, meglio, questa "pausa di riflessione", è certo sinonimo, come mette in evidenza l'Huffpost Italia, della tensione latente all'interno della maggioranza gialloverde.
I motivi del dibattito all'interno della maggioranza
Anche se, come mette in evidenza il "Corriere della Sera", il Ministero dell'Economia ha vagliato diverse candidature non è stata ancora raggiunta un'intesa politica tra M5S e Lega. La partita è estremamente delicata. Infatti, controllare Cassa Depositi e Prestiti significa avere la possibilità di movimentare una gran massa di risorse finanziarie. Di conseguenza, devono essere valutati attentamente gli obiettivi che il Governo giallo - verde, presieduto da Giuseppe Conte, vuole raggiungere prioritariamente. Certamente, con le risorse in pancia alla Cdp sarebbe possibile realizzare una vasta campagna di investimenti pubblici come, probabilmente, è nei desiderata del ministro dell'Economia Giovanni Tria.
Tanto più che è ormai in fase di conclusione avanzata il Qe della BCE di Mario Draghi. Oltre al fatto che è certificato che la crescita economica dell'Italia sarà più bassa delle previsioni.
Il confronto su Maurizio Sala e le altre partite
Per quanto riguarda Cassa Depositi e Prestiti abbiamo detto di Massimo Tononi prima scelta delle Fondazioni bancarie.
Ma sia Lega che M5S hanno i loro preferiti, ovviamente. Matteo Salvini spinge fortemente sul nome di Maurizio Sala, ex vicepresidente del Consiglio di Gestione di Intesa San Paolo. Da parte sua il M5S non vedrebbe di buon occhio la nomina di Sala perché, anche secondo il Ministero dell'Economia, non avrebbe all'interno del suo CV esperienze di gestione di Enti complessi paragonabili a Cdp.
Anche se viene riconosciuto, comunque, che il suo rimane un Curriculum di tutto rispetto.
Insieme a Cdp ci sono altre importanti caselle da riempire. Prime fra tutti le Ferrovie dello Stato che hanno in programma la fusione con l'Anas, l'ente che gestisce la manutenzione di molte autostrade italiane. L'attuale amministratore delegato di Ferrovie, Renato Mazzoncini è in scadenza. Di conseguenza, toccherà al nuovo amministratore occuparsi del dossier fusione.
Altra importante partita è quella per la Rai. Qui vanno rinnovati tutti gli organi di vertice. Dal Presidente, al Direttore Generale. Fino al CdA, di cui 4 membri sono di esclusiva nomina parlamentare. Queste tre partite, secondo fonti ben informate consultate dall'Huffpost, farebbero parte di un'unica strategia del Vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Secondo questi beni informati l'impuntatura del leader leghista sul nome di Maurizio Sala avrebbe lo scopo di ricevere delle precise garanzie di idonea rappresentanza in Ferrovie e Rai come contropartita del via libera al M5S in Cdp.
Il M5S, infatti, non può permettersi di perdere il controllo diretto della Cassa Depositi e Prestiti se vuole avere le risorse necessarie per mettere in atto l'ambizioso piano di investimenti pubblici con cui vuole rilanciare l'economia del nostro Paese. E, nello stesso tempo, rispettare le ferree regole di bilancio imposte da Bruxelles. O quanto meno sforarle solo temporaneamente. Tanto è vero che, in quest'ottica, Luigi di Maio ha più volte evidenziato come Cdp dovrebbe avere un ruolo più ampio.
Fino a farle assumere il ruolo di vera e propria banca pubblica. Questo ruolo, poi, sarebbe funzionale a velocizzare i pagamenti della Pubblica Amministrazione verso le imprese. Promesse che sono state anche inserite nel contratto del Governo del cambiamento.
Il nome che viene caldeggiato da Di Maio è quello di Dario Scannapieco, attuale Direttore della Banca europea degli investimenti in Italia e ben visto anche da Mario Draghi. Secondo le fonti consultate dall'Huffpost la Lega, per bocca di Giancarlo Giorgetti aveva proposto la nomina di Massimo Sarmi ex manager di Poste Italiane in quota An. Ma, per i pentastellati sapeva troppo di "vecchio". A questo punto, però, è intervenuto lo stop di Matteo Salvini che mantiene il punto su Sala.
La Lega, in effetti, punterebbe alla guida di Fs con Giuseppe Bonomi secondo il "Corriere della Sera". Ma certamente, la sensazione è che la partita sia alle battute conclusive. Probabilmente, i nodi saranno sciolti entro la fine di questo mese di luglio 2018.