Gli investitori stranieri deterrebbero nei loro portafogli quasi un terzo del debito pubblico italiano. Esattamente 780 miliardi di euro su un valore complessivo di circa 2.300 miliardi di euro. E, in questo modo, sarebbero in grado di incidere sul valore dello spread a loro piacimento. Ecco perché il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri, in una lunga intervista rilasciata al "Corriere della Sera", ha avanzato la proposta di riservare i Bot e i Btp alle famiglie italiane. Incentivandole anche a riacquistare i titoli venduti, offrendo loro in cambio dei tassi di rendimento maggiori.

In questo modo, secondo l'esponente della Lega, ideologo di pace fiscale e flat tax, si potrebbe tenere meglio sotto controllo la volatilità dello spread.

Il perché della proposta

Siri giustifica la sua proposta argomentando che le famiglie italiane, nonostante siano state pesantemente colpite dalla crisi economica, continuano a detenere un elevato avanzo primario. In pratica, nei portafogli degli italiani vi sarebbero, attualmente, almeno 5 mila miliardi di euro di liquidità. Più che sufficienti, quindi, per ricomprare tutti i titoli del debito pubblico italiano in mani straniere. Anche perché, secondo i dati ufficiali resi disponibili da Banca d'Italia, gli italiani detengono solo 120 miliardi di euro di Bot e Btp.

Cifra in calo rispetto a solo 3 anni fa, quando in valore assoluto nei portafogli degli italiani erano presenti titoli di Stato per circa 150 miliardi di euro. Ma le dichiarazioni di Armando Siri non finiscono qui.

Il deficit potrebbe aumentare

Secondo il sottosegretario alle Infrastrutture, se fosse necessario per sostenere misure espansive, come flat tax e reddito di cittadinanza , e non si trovassero le necessarie coperture, necessariamente dovrebbe essere aumentato il deficit.

Ovviamente, Siri precisa che questo aumento sarà solo temporaneo. Secondo il ragionamento dell'esponente leghista, Bruxelles dovrebbe consentire all'Italia una certa elasticità permettendogli di utilizzare le entrate straordinarie per finanziare provvedimenti urgenti, come la stessa flat tax. Siri ricorda anche il precedente illustre della Francia, che per ben 6 anni è stata in procedura d'infrazione. Nel caso dell'Italia, secondo Siri, non sarebbe necessario attendere tanto. Infatti dal terzo anno la flat tax si finanzierebbe praticamente da sola, consentendo al Governo di Giuseppe Conte di rientrare nei parametri imposti dai Trattati.

Il costo complessivo, secondo Siri, si aggirerebbe sui 70 miliardi di euro. In pratica 4 punti percentuali di Pil. Le coperture non sarebbero un grosso problema, secondo l'esponente leghista: circa un punto e mezzo percentuale con il taglio degli sprechi e la pace fiscale; i restanti 2 punti e mezzo percentuali proprio con l'aumento "temporaneo" del deficit. In pratica, basterebbe che l'Europa consentisse di arrivare fino al 2,7% al massimo per ottenere questi risultati. Infine, Siri ha ribadito che la riforma della Fornero deve essere fatta e che la rottamazione delle cartelle e delle liti fiscali non è un condono, ma un modo di aiutare milioni di italiani che avrebbero voluto pagare ma, semplicemente, non ce l'hanno fatta.