L’aumento automatico dell’IVA a partire da gennaio non ci sarà: parola di Luigi Di Maio. Per il vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle, l’ipotesi di un ok del Tesoro all’ipotesi di innalzamento (sia pur “selettivo”) dell’imposta sul valore aggiunto altro non sarebbe altro che una “fake news”, l’ennesima, diffusa dai media ostili al governo. La notizia di una misura di questo tenore, che diversi quotidiani davano come probabile fino a qualche ora fa, sembra quindi destinata ad essere smentita ufficialmente anche dagli altri esponenti della maggioranza e dell’esecutivo.
Si trattava, riepilogano quanto riportato da giornali e siti web nazionali ieri, di lasciar “scattare” la clausola di salvaguardia all’inizio del prossimo anno in modo da risparmiare qualcosa rispetto ai 12 miliardi di euro altrimenti da reperire tagliando vari capitoli di spesa oppure sforando in misura significativa il rapporto deficit/pil.
Nessun aumento dell'IVA, Di Maio smentisce indiscrezioni stampa
“Non permetteremo che i soldi entrino dalla porta ed escano dalla finestra” ha assicurato stamattina dai microfoni di Radio 24 il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, autore di un post ad hoc su Facebook che spiega a caratteri cubitali l’equivoco creato a suo avviso ad arte dalla stampa italiana per mettere in difficoltà M5S e alleati.
Il numero 1 del Movimento 5 Stelle si è poi soffermato sul capitolo risorse, gettando acqua sul fuoco della polemica con il titolare del MEF: “Abbiamo massima fiducia in Tria e il governo è compatto sulla manovra”, per poi aggiungere che comunque “i soldi vanno trovati, altrimenti si va tutti a casa”.
IVA, aumento dal 2019? Di Maio e M5S dicono "no"
Resta da capire, da qui al momento conclusivo (ancora lontano) dell’iter della prossima legge di bilancio, quale sarà il punto di equilibrio che metterà una volta per tutte d’accordo le diverse anime della maggioranza alla fine del braccio di ferro che vede in questi giorni impegnato in una difficile opera di mediazione il ministro dell’Economia e delle Finanze, con l’UE alla finestra pronta a dire la sua sulla manovra italiana.
“Neutralizzando” la clausola di salvaguardia come voluto dai pentastellati, sarà necessario reperire una trentina di miliardi per mettere in pratica (almeno parzialmente) i 3 provvedimenti chiave del contratto di governo e cioè reddito di cittadinanza, flat tax e abolizione della legge Fornero con pensioni a “quota 100”.