Entro 10 giorni il Governo M5S - Lega dovrà presentare la nota di aggiornamento al Def, il documento di economia e finanza, e i lavori sulla Legge di Bilancio 2019 entreranno nel vivo. Ma, in questo momento, a tenere banco è lo scontro velato tra i due Vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini da una parte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria dall'altra. Di Maio dopo le forti dichiarazioni dei giorni scorsi ha corretto il tiro e confermato la piena fiducia nel ministro Tria. Ma ha anche affermato che il dovere del ministro è trovare le idonee coperture finanziarie e che un Governo serio mantiene le promesse.

Di conseguenza, vorrebbe fare un po' di deficit, precisamente fino al 2,5% del rapporto deficit/Pil per poi rientrare nei parametri imposti dai Trattati europei entro uno o due anni.

Il piano di Di Maio

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico il suo obiettivo non è tanto rassicurare i mercati, quanto piuttosto migliorare la qualità della vita dei cittadini. Di conseguenza, Di Maio starebbe pensando a un piano per complessivi 28 miliardi di euro che parta dai tagli alla spesa improduttiva e da una rimodulazione del deficit e che contenga tutte le misure principali sottoscritte da M5S e Lega nel contratto del governo del cambiamento. Quindi reddito di cittadinanza, flat tax e riforma della Legge Fornero.

La ripartizione delle risorse per questi tre interventi cardine sarebbe nota da tempo. Circa 10 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza, altri 7 miliardi di euro per la flat tax e circa 8 miliardi di euro per la riforma delle pensioni oltre, ovviamente, ad altri interventi a corredo.

Secondo quanto riporta il "Corriere della Sera" all'interno del piano di Di Maio vi sarebbero diverse altre misure.

Ad esempio, degli sgravi fiscali per le imprese che assumono esclusivamente con un contratto a tempo indeterminato. O, ancora, la possibile compensazione tra debiti e crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione. Fino alla creazione di una banca pubblica degli investimenti e di un fondo di venture capital per le start - up innovative.

Oltre ad un probabile pacchetto di de- certificazioni per le imprese.

Di Maio vuole incentivare ad agire anche le altre amministrazioni dello Stato. In particolare le Regioni potrebbero essere obbligate a diminuire i vitalizi a favore degli ex consiglieri. Nelle intenzioni del Vicepremier chi non si adeguasse alle nuove disposizioni riceverà minori finanziamenti dal governo centrale. L'obiettivo, come accennato sopra, è quello di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.

Le dichiarazioni degli altri leader

La polemica con il ministro dell'Economia Tria aveva alimentato alcune indiscrezioni secondo le quali un gruppo di parlamentari del M5S stava preparando un dossier contro il ministro.

Tali indiscrezioni sono state smentite dal Capogruppo M5S alla Camera Francesco D'Uva che, comunque, conferma l'esistenza di una certa apprensione all'interno del gruppo parlamentare pentastellato per come si sta svolgendo il dibattito sulla Legge di Bilancio 2019. Una probabile conseguenza di questa tensione sono le dichiarazioni di Laura Castelli, Viceministro all'Economia, per la quale mantenere il rapporto deficit/Pil all'1,6% come vorrebbe Tria significherebbe fare quasi esclusivamente dei tagli.

A fare da mediatore in questi difficili giorni è il Premier Giuseppe Conte che smentisce qualunque ipotesi di dimissioni da parte del ministro Tria, in quanto ne sarebbe stato sicuramente a conoscenza non fosse altro che per il suo ruolo istituzionale, e conferma la piena fiducia nel ministro dell'Economia.

Afferma, inoltre, che in questo periodo di vigilia del varo della Legge di Bilancio è anche fisiologico che Tria sia soggetto a maggiori pressioni. Conte ha anche confermato che il reddito di cittadinanza avrà un impatto significativo nella prossima legge di bilancio 2019. Anche Matteo Salvini ha confermato che gli italiani possono dormire sonni tranquilli.