La manovra economica si sta facendo sempre più incandescente, attualmente sono disponibili solo la metà dei soldi necessari per fare quanto promesso da Lega Nord e Movimento 5 Stelle. Pensione di cittadinanza per i 5 Stelle e riforma fiscale per partite Iva promessa dalla Lega, entrambe misure che costano molto e per le quali il ministro Tria sta cercando di trovare i fondi.

Manovra economica al vaglio del governo

Ieri sera si è svolto il vertice della maggioranza sulla prossima legge di Bilancio, erano presenti Di Maio, Salvini, il ministro dell'Economia e altri dirigenti dei rispettivi partiti.

Attorno al tavolo le parti in causa hanno discusso delle priorità e soprattutto dei provvedimenti considerati 'bandiere' dei movimenti, il reddito di cittadinanza per i 5 Stelle e la flat tax per la Lega. Salvini e i suoi hanno sostenuto la riforma fiscale che andrà ad aiutare le partite Iva, l'Ires e le pensioni grazie alla modifica radicale della legge Fornero. Di Maio, invece, ha puntato sull'introduzione da gennaio 2019 del reddito di cittadinanza cominciando dalle pensioni minime, portandole a 780 euro mensili.

Nel complesso l'introduzione di queste misure economiche importanti ha un costo di circa 20 miliardi. Il problema è che l'attuale governo giallo-verde ha ereditato dall'amministrazione passata un buco da coprire di 15 miliardi (aumento Iva e altri impegni).

Salvini, al termine dell'incontro, si è detto soddisfatto e ha definito l'incontro come proficuo per "far crescere l'economia italiana rispettando gli impegni presi con tutti" ha detto il leader del Carroccio. Nel complesso la manovra avrà un costo di 40 miliardi circa, una cifra che Tria attualmente però non riesce a coprire; circa 15 miliardi sono da trovare ancora, e il governo sta pensando di intervenire tagliando risorse ad alcuni istituti del welfare e Inps.

Tra le ipotesi c'è anche l'aumento delle imposte ad alcuni settori industriali e finanziari.

Lo spettro dell'aumento dell'Iva ritorna

Un'altra ipotesi, che sicuramente non piacerà ai più, è la rinuncia al disinnesco dell'aumento dell'Iva previsto per il 2019. I 5 Stelle hanno puntato i piedi sulla pace fiscale, pretendono che vengano aiutati i più deboli e che non vengano premiati invece colore che hanno portato soldi all'estero.

La polemica è sorta dopo che la Lega, negli ultimi giorni, aveva aumentato l'asticella del condono fino a 1 milione di euro a persona. Fuori dalla maggioranza arrivano i primi avvertimenti, Brunetta ha avvisato il governo di placare i toni e fornire stime attendibili, questo per evitare che i mercati reagiscano male e che di conseguenza ne risenta il nostro debito pubblico.