La Manovra del Governo Conte è stata bocciata dalla Commissione europea, del resto la cosa era ampiamente annunciata e prevedibile. Entro la fine dell'anno, Bruxelles aprirà la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, Roma dal canto suo ha scelto la strada della fermezza e dalle parti di Palazzo Chigi non c'è la minima intenzione di cambiare una virgola. Ma cosa rischia il Paese dinanzi alla procedura? Le soluzioni sono diverse, si passa da una multa che può arrivare fino a 9 miliardi di euro al congelamento dei fondi strutturali. Oltre ovviamente allo sguardo dei tecnici UE puntati sulle casse italiane.
Questo però non parte dell'immediato, quando viene aperta una simile procedura, infatti, l'UE dà il tempo al Paese in questione di intervenire con gli appositi correttivi.
Sanzioni economiche
Uno dei rischi per l'Italia è quello di andare incontro ad una pesante multa, fino a 9 miliardi di euro. I parametri sono calcolati in base a vari fattori: in base alle norme violate e gli effetti di tale violazione sugli interessi comunitari, innanzitutto, ma viene ovviamente conteggiato il tempo in cui si è protratta la violazione e la capacità di pagare la stessa da parte del Paese. In ogni caso la sanzione non può superare lo 0,5 % del Pil e nel caso dell'Italia la cifra è, appunto, circa 9 miliardi.
Naturalmente questa è la multa più elevata, si calcola partendo comunque dallo 0,2 % del prodotto interno lordo.
Fondi congelati
Altra sanzione che Bruxelles può valutare riguarda il congelamento dei fondi strutturali e questa misura sarebbe piuttosto seria per il Paese, considerato che l'Italia beneficia parecchio dei finanziamenti comunitari indirizzati a favorire la crescita economica ed occupazionale.
Nel periodo che va dal 2014 al 2020, i finanziamenti in favore del Paese ammontano a circa 73,67 miliardi di euro, suddivisi tra i fondi agricolo, sociale, per la coesione, per lo sviluppo regionale e per la pesca. L'avvio della procedura potrebbe inoltre causare lo stop dei prestiti concessi dalla Bce e Bruxelles potrebbe obbligare Roma a fornire ulteriori informazioni, precedenti all'emissione di titoli di Stato.
Procedura storica
Una procedura d'infrazione per debito eccessivo non è mai stata aperta dall'Unione Europea nei confronti di nessun Paese membro. Quelle avviate riguardano infatti gli Stati che avevano sforato il deficit al 3 per cento del prodotto interno lordo e rientrare nei vincoli europei non era comunque proibitivo, sarebbe bastato portare il deficit sotto la quota suddetta. Per l'Italia invece tutto si lega al debito che ammonta al 131 % del prodotto interno lordo. Il Paese potrebbe uscirne solo nel caso in cui taglia annualmente il debito del 3,5 per il prossimo triennio, in soldoni sono circa 60 miliardi annui. C'è da dire che negli ultimi anni l'Italia non ha mai rispettato i limiti di debito previsti dalla Commissione, ma la procedura di infrazione è stata fermata dai governi precedenti che sono riusciti a rispettare gli obiettivi di medio termine fissati dai parametri UE.
Le prossime tappe
Entro i primi di dicembre, pertanto, il Consiglio dell'UE discuterà il parere della Commissione sulla bocciatura della Manovra del governo Conte. Sempre nello stesso arco di tempo dovrebbe essere espresso il parere di Ecofin, il consiglio dei ministri dell'economia dei Paesi UE che produrrà anche le misure correttive. La procedura di infrazione in tal caso dovrebbe essere attivata poco dopo la metà di gennaio (il 22, ndr) e l'Ecofin indicare nella stessa data le misure di correzione alla Manovra. Nel caso in cui non ci siano novità, le prime sanzioni potrebbero scattare nella primavera del prossimo anno. Tra le contromisure che sarebbero al vaglio del governo giallo-verde ci sarebbe la vendita degli immobili di Stato tramite l'istituzione di un Fondo Patrimoniale.