Giovanni Tria, ministro dell'Economia, è ufficialmente disperato (almeno secondo l'indiscrezione riportata da Il Giornale): in un sms inviato a Renato Brunetta, a cui lo lega un'amicizia di lunga data, avrebbe dichiarato di non farcela più a sopportare le pressioni a cui è sottoposto. "Non ce la faccio più, sono sottoposto a un agguato dietro l'altro", avrebbe scritto Tria, "l'ultimo è stato quello di inviarmi davanti la commissione parlamentare di ritorno da Ecofin. L'unica cosa che mi interessa è salvare l'Italia. E' la mia luce. Se fosse solo per me, già ora...".

Tria è preoccupato e stanco, la manovra è ancora in alto mare

Nel testo sms, peraltro non reso pubblico su nessun organo di stampa, che sa molto di sos, non viene menzionata la parola dimissioni, ma forse è qualcosa di peggio. Nello sfogo del ministro è espresso tutto il suo disappunto da tecnico, professore d'economia, di impotenza di fronte alla Politica. Effettivamente la situazione politica ed economica italiana è nel caos, per la prima volta nella storia della Repubblica ci ritroviamo ancora con una legge di bilancio per il 2019 da riscrivere. La trattativa con Bruxelles, forse più braccio di ferro, è veramente estenuante: l'Europa vuole che il rapporto deficit/Pil sia ridotto dall'attuale 2,4%, ma ovviamente trova una forte opposizione nel governo gialloverde che, possiamo dire, ha basato gran parte degli ultimi mesi a dire agli italiani che non si sarebbero fatti intimorire dai "burocrati di Bruxelles".

Se al problema Europa aggiungiamo gli screzi tra leghisti e grillini in parlamento, abbiamo un quadro di disordine generale: il governo con un emendamento ha prorogato di un altro anno la vita di ben 175mila slot machine per motivi di cassa, fatto che mandato su tutte le furie diversi deputati grillini. Per ultimo c'è il provvedimento prima approvato in commissione poi bocciato da Salvini sugli eco-incentivi, la norma bonus-malus che avrebbe fatto lievitare i prezzi delle utilitarie più economiche (ma più inquinanti) fino a 1.000 euro in più.

Le parole dell'ex ministro all'Economia Padoan

La manovra è tutta da riscrivere, e probabilmente la parte che è scritta è da cancellare. L'ex ministro dell'Economia Padoan afferma: "Stiamo votando tre finanziarie diverse, ma di fatto la manovra non c'è. E' come l'isola che non c'è di Peter Pan", questo in pratica significa sperpero di risorse ma soprattutto di reputazione davanti agli occhi degli altri Paesi e degli italiani. Nel frattempo ieri lo spread è tornato a quota 300 e la Borsa di Milano è crollata di 3 punti.