Si chiama fondo rotativo fotovoltaico ed è un progetto che lo scorso gennaio ha visto la sua sperimentazione per volontà del sindaco di Porto Torres in Sardegna, cioè Sean Wheeler. Si tratta di un sistema che tramite un fondo pubblico permette l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle case delle famiglie in difficoltà, un autentico reddito energetico. Un progetto che mira a far risparmiare a queste famiglie i soldi per l’energia ad uso domestico e strutturato in modo tale che siano sempre di più le istallazioni successive con un sistema che di fatto si autofinanzia.

Dopo l’iniziativa a Poto Torres, adesso in Puglia è stata approvata addirittura una legge che adesso deve essere regolamentata dalla giunta regionale. Vediamo nello specifico come funziona questa novità e cosa permetterà di fare il particolare sistema in via di adozione che sembra faccia sempre più proseliti, con la Regione Lazio che dovrebbe essere la prossima a legiferare un provvedimento simile.

Famiglie meno abbienti e pannelli solari gratis

La proposta che da sempre è un cavallo di battaglia del M5S (anche in Puglia sono stati i grillini a proporla) nella Regione governata da Michele Emiliano del PD, ha avuto parere favorevole all’unanimità da parte delle Commissioni Industria ed Ecologia della Regione Puglia.

Un voto unanime che ha messo d’accordo M5S e PD, segno evidente della bontà riconosciuta da tutti di questa iniziativa. In Sardegna, come riporta “Il Fatto Quotidiano” sono già 50 le famiglie che si sono viste impiantare sui tetti delle loro case i pannelli solari. Il primo firmatario della proposta, il rappresentate del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi non ha nascosto la sua soddisfazione per l’approvazione della proposta.

In puglia pertanto, con il reddito energetico regionale adesso molti pugliesi potranno andare a risparmiare sensibilmente sulle bollette di energia, perché saranno in grado di produrla autonomamente e addirittura di produrne più di quanto ne hanno bisogno. Si partirà dalle famiglie con i redditi più bassi dove il richiedente andrà a sottoscrivere convenzione con il Gse, il Gestore dei servizi energetici.

I pannelli saranno di fatto inseriti gratuitamente e l’energia in più prodotta, che la famiglia cederà al Fondo, produrrà utili per la Regione che poi consentiranno a quest’ultima di andare ad estendere il meccanismo sempre a più famiglie.

Il duplice obbiettivo di sostegno alle famiglie e di sostenibilità ambientale

In parole povere verrà attivato un autentico servizio di scambio, con l’energia prodotta dai pannelli che farà risparmiare molti soldi alle famiglie beneficiarie e con i crediti ottenuti dal Gse in relazione al surplus di energia prodotta, che finanzierà autonomamente il Fondo. Le famiglie diventano così produttori e consumatori di energia, con il risvolto ambientale che non è elemento da sottovalutare.

Infatti la produzione di energia da fonti rinnovabili ha un evidente impatto migliorativo se si pensa alle emissioni inquinanti. Per esempio, statistiche alla mano la Regione Puglia risulta quella che consuma più carbone in tutto lo stivale. Solo l’area che va da Taranto a Brindisi, cioè su una area di circa 70 Km, si brucia grosso modo il 40% di tutto il carbone bruciato in Italia, con pesanti effetti di inquinamento. In Sardegna per esempio, i 50 impianti a pannelli già adottati hanno prodotto circa 30 MWh di energia ma producendo quasi 14 tonnellate in meno di Co2 nell’aria.