Migliorarsi ogni anno e superare ogni aspettativa pare sia un obiettivo semplice per la fiera più importante del settore vinicolo al mondo. Verona si trasforma in capitale dell’enologia, ma non solo, aumentano gli spazi dedicati alle birre, al food e all’olio.

I numeri del Vinitaly

125 mila visitatori provenienti da tutto il mondo nella quattro giorni dedicata al mondo del Vino. Buyer esteri in aumento del 3% arrivando a quota 33 mila presenze e provenienti da 145 nazioni con gli Stati Uniti a farla da padrone che aumentano di poco il primato già ottenuto nel 2018.

Aumentano anche i Buyer tedeschi, inglesi e cinesi, ma sono i buyer provenienti dal Canada che hanno aumentato la loro presenza in maniera più significativa con un +18% rispetto al 2018. Da segnalare anche il costante aumento dei buyer provenienti dal Giappone. 4600 sono state le aziende espositrici con un aumento totale di 130 aziende rispetto al 2018, aziende provenienti da 35 nazioni di tutto il mondo con un totale coperto dalla fiera di 100000 metri quadri di spazi espositivi. Procede la selezione dei visitatori verso una presenza sempre più dedicata ai professionisti del settore e agli acquirenti di tutto il mondo con il moltiplicarsi di eventi del “Vinitaly and the City”, il fuori salone dedicato agli amanti del vino.

Vinitaly sempre più internazionale con il lancio della nuova piattaforma Wine to Asia che, dal 2020, sarà presente in Cina a Shenzhen. Ha debuttato nell’ultima edizione della fiera anche il “Vinitaly Design” con l’esposizione di prodotti e accessori utili per la promozione del vino e dell’esperienza sensoriale nel mondo del vino oltre alla classica oggettistica per la degustazione e il servizio, agli arredi per le cantine, le enoteche e i ristoranti, sino al packaging al quale è richiesta una sempre più spinta personalizzazione.

Enolitech: l’hi tech per la vitivinicoltura

Enolitech è la sezione più innovativa del Vinitaly, dove in fiera vengono condivisi i passaggi dalla vigna alla cantina, dal campo coltivato al frantoio, in mezzo un viaggio anche nel mondo della birrificazione. Enolitech quest’anno ha avuto un sold out da fare invidia a qualsiasi evento, liste d’attesa e un interesse in continuo aumento che rappresenta l’interesse e l’innovazione nel settore in cui il made in Italy primeggia in tutto il mondo.

All’Enolitech si trovano le soluzioni più all’avanguardia riguardanti l’hi tech e il digital per la vitivinicoltura, l’olivicoltura e la produzione di birra. Il verde sempre al centro dell’Enolitech dove la riduzione dell’impatto ambientale ed energetico trova gli strumenti e le attrezzature atte ad un miglioramento nell’attività produttiva.

Birrifici: il fenomeno italiano

Il settore della birra in Italia ha avuto un sostanziale aumento grazie all’avvento degli impianti per i microbirrifici che nel nostro Paese sono aumentati del 400% negli ultimi dieci anni. La grande diffusione dei microbirrifici è aumentata grazie all’esplosione e l’affermazione nel mercato della birra artigianale la famosa “craft beer”.

Il Veneto padrone di casa

Il Veneto, con quasi cento mila ettari di vigneti impiantati e una cifra molto vicina alle trentamila aziende produttrici di vino ed un impiego di circa trentamila addetti, rappresenta al meglio lo spirito della manifestazione di Verona. Il fatturato è di circa un miliardo e seicento milioni. Veneto terra di vino, ma solo il 40% viene consumato in Italia, il restante 60% esportato in tutto il mondo con Nord America e Nord Europa che la fanno da padroni, ma in costante aumento le richieste provenienti dai mercati della Cina e del Giappone. Il fiore all’occhiello della produzione veneta è il prosecco che sta raggiungendo per blasone e per qualità il livello del cugino francese lo champagne. Gli standard qualitativi del prosecco stanno migliorando di anno in anno piantando e producendo nei luoghi e nelle modalità appropriate per ottenere un prodotto finale di qualità eccelsa.