Matteo Salvini e Sergio Mattarella probabilmente non si amano. I rispettivi ruoli di Ministro dell'Interno e Presidente della Repubblica impongono che i due mantengano un reciproco rispetto istituzionale, ma ogni scambio di battute, anche se indiretto, non sembra lasciare spazio a dubbi rispetto al fatto che i due la pensino in maniera diversa su molti argomenti. L'ultima scaramuccia, velata a dire il vero, riguarda un messaggio che il Capo dello Stato ha rivolto ai membri di Confartigianato in cui ha sottolineato l'importanza che lo Stato mantenga i conti in ordine per avere credibilità di fronte a possibili investitori.

Parole che, almeno nella mente di Salvini, sono suonate come un richiamo rispetto all'idea del Governo di non temere parametri come lo spread e la totale assenza di voglia di andare a Bruxelles "con il cappello in mano", per dirla alla Salvini, in merito alla possibilità di scongiurare una procedura di infrazione per eccesso di debito.

Salvini-Mattarella, ruggini che partono da lontano

Mattarella, ormai più di un anno fa, si manifestò piuttosto contrario all'idea che Lega e Movimento Cinque Stelle potessero in qualche modo mettere insieme un esecutivo che potesse apparire troppo euro-scettico per i mercati. In molti ricorderanno, ad esempio, il veto posto su Paolo Savona come Ministro dell'Economia che, in un primo momento, fece saltare la prima idea di governo presieduto da Giuseppe Conte.

Una mediazione che portò l'economista, noto per le sue posizioni particolarmente critiche nei confronti dell'Euro e dell'Europa, in un'altra posizione, facendo naufragare, qualche giorno dopo, anche l'ipotesi di un esecutivo presieduto da Cottarelli a favore del ritorno del professore foggiano, sostenuto da grillini e Carroccio.

Adesso lo scontro, come sempre velato, si rinnova ed ha ancora una volta come oggetto l'Europa.

Salvini dà la colpa alle norme europee

Salvini, vedendoci quasi una richiamo al governo, risponde alle parole di Mattarella rivolte all'assemblea di Confartigianato, considerato autentico motore del Paese. La sua risposta incarna un concetto espresso più volte e che viene, da lui stesso, spiegato attraverso una metafora.

Da anni la cura imposta dall'Europa all'Italia non funziona e perciò, a suo avviso, sarebbe il momento di cambiare. Anche stavolta è chiaro: "I conti sono in disordine perché abbiamo applicato per troppi anni le regole della precarietà e dell'austerità e dei tagli imposti dall'Europa". Un concetto che prova a chiarire mettendo in evidenza come, nonostante i tagli, l'Italia debba confrontarsi con un debito che è cresciuto di 650 miliardi in dieci anni. L'obiettivo di Salvini, perciò, è cambiare strada, non preoccuparsi che i conti siano in ordine.