Pasquale Tridico, in un'intervista rilasciata al quotidiano la Stampa, incalzato dalle domande di Alessandro Barbera, ha ammesso che l'affermazione sulla riduzione del 60% della povertà, rivendicata anche dal Presidente del Consiglio Conte, non ha alcun fondamento statistico.
Ho intervistato Pasquale Tridico, che difende il reddito di cittadinanza ma ammette: “La povertà non l’abbiamo abolita” (E non è nemmeno scesa del sessanta per cento) https://t.co/QZvouTJbEU via @LaStampa
— Alessandro Barbera (@alexbarbera) 9 gennaio 2020
Del tema si era occupato il giornalista Luciano Capone del quotidiano Il Foglio, ricostruendo la genesi di questo dato numerico che, pur avendo ricevuto una rilevante risonanza mediatica, non risulta basato su alcuna valida evidenza statistica
La mezza dimaiata - Anche il premier Giuseppe Conte, rilanciando le “statistiche” di Tridico, parla dell'“incredibile -60% di povertà assoluta grazie al Reddito di cittadinanza”. Incredibile perché falso. È grave che le istituzioni diffondano dati fasulli. https://t.co/ZfnSk9kRzE
— Luciano Capone (@lucianocapone) 31 dicembre 2019
La ricostruzione de Il Foglio
Il dato ha iniziato a circolare agli inizi di dicembre in seguito ad alcune dichiarazioni del presidente Tridico in merito ad una valutazione dell'impatto del reddito di cittadinanza realizzata dal centro studi dell'INPS.
Guardando tuttavia alla relazione presentata alla Commissione Europea sugli impatti della misura, bandiera del Movimento 5 stelle, non si trova alcuna traccia della riduzione del 60% della povertà. Come puntualmente evidenziato da Capone, nel documento si parla di una riduzione della povertà relativa da14,9 a 14,1 e di un calo nell'intensità della povertà da 38% a 30,5%, oltre a una modesta riduzione nella disuguaglianza, tutti dati molto meno significativi.
Fa piacere che il presidente dell'Inps Pasquale Tridico, intervistato oggi da @alexbarbera su @LaStampa, finalmente ammetta che il dato sulla riduzione del 60% della povertà assoluta (grazie al RdC) è un dato falso. Noi lo avevamo scritto e spiegato un mese fa su @ilfoglio_it. https://t.co/7pUF7vPsNM
— Luciano Capone (@lucianocapone) 9 gennaio 2020
Va ulteriormente notato che, dopo i rilievi mossi dal quotidiano, che dal 16 dicembre ha chiesto ufficialmente all'INPS la fonte del dato sul 60%, nelle dichiarazioni ufficiali il presidente ha smesso di utilizzarlo.
L'intervista su la Stampa
Dopo le dichiarazioni pubbliche contestate (e di fatto smentite) dal Foglio, in un'intervista recente, il giornalista Alessandro Barbera ha chiesto a Tridico specificamente se il dato sul 60% di riduzione della povertà fosse corretto. In un primo tentativo di evitare la domanda, il presidente ha fatto riferimento alla possibilità che il reddito di cittadinanza sia erogato al 60% delle famiglie povere (target peraltro pari a 3 volte il risultato raggiunto ad oggi). Incalzato dal giornalista, che faceva notare come questo fosse un dato radicalmente diverso da una "riduzione della povertà del 60%" sbandierato a inizio dicembre, Tridico ha replicato in modo poco chiaro sulle metodologie di calcolo della soglia della povertà da parte dell'ISTAT, confermando di fatto che non esiste una concreta base statistica a supporto della riduzione della povertà ottenuta grazie al reddito di cittadinanza.
L'importanza del fact checking
Come evidenziato anche dalla vicenda recente sulla settimana lavorativa in Finlandia il controllo della correttezza delle informazioni riportate da parte della stampa gioca un ruolo fondamentale nel funzionamento delle moderne società democratiche. Un partito politico ha basato una parte rilevante della propria strategia di comunicazione degli ultimi 2 mesi su un dato che non trova conferme nelle fonti ufficiali. A questo va aggiunto che il Presidente del Consiglio dei ministri ha riportato lo stesso dato all'interno di dichiarazioni pubbliche, riprese dai media.
La fakenews sulla riduzione della povertà è approdata anche in RAI al Tg1 (ore 13 del 31dic)#Tuzi (M5S): «chiudiamo il 2019 con meno 60% di povertà assoluta»
— Adriana Spappa (@AdrianaSpappa) 2 gennaio 2020
🤮🤦🏻♀️🤦🏻♀️🤦🏻♀️🤦🏻♀️🤦🏻♀️🤦🏻♀️🤦🏻♀️@lucianocapone pic.twitter.com/NGqSdLWhgQ
Risulta pertanto di fondamentale importanza contestare le affermazioni fuorvianti, chiarire pubblicamente in casi in cui notizie sbagliate o false vengono diffuse e chiedere sempre conto delle fonti su cui si basano le affermazioni dei politici eletti e degli amministratori pubblici.