Proseguiamo il ciclo di interviste dedicato all’emergenza Covid-19 con Ivano Giacomelli, segretario nazionale di CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino. L’associazione, attiva da oltre 30 anni, è da sempre impegnata per affermare, promuovere e tutelare i diritti dei cittadini, con particolare attenzione per le persone più indifese ed emarginate.

Iniziamo facendo il punto rispetto allo scoppio dell'emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus. In che modo avete fatto fronte alle richieste dei vostri iscritti durante la prima fase della crisi e il lockdown?

Fin da subito è stato chiaro che ci trovavamo di fronte a un’emergenza gravissima. I consumatori, soprattutto nella prima fase, si sono sentiti smarriti, non sapevano come affrontare la situazione e, per questo, abbiamo deciso di attivare un servizio speciale di assistenza per le problematiche legate al Coronavirus, fornendo assistenza a distanza, via telefono o email viste le restrizioni. Un’azione che ha seguito l’evolversi della situazione, affrontando quindi le questioni che di volta in volta sono nate.

Quali sono stati i contesti operativi del vostro intervento?

Si va dal caro prezzi alle truffe sulle mascherine, dalla sospensione delle rate di mutui, polizze o degli affitti al rimborso delle rette per asili nido e mense scolastiche, dalla cancellazione dei viaggi agli aumenti in bolletta.

C’è poi un altro tema estremamente delicato, quello delle stragi nelle Rsa, e su questo abbiamo presentato diversi esposti, chiedendo chiarimenti anche alle aziende sanitarie, affinché si faccia piena luce per rispetto delle vittime e dei loro familiari, a cui stiamo fornendo assistenza legale. Abbiamo raccolto segnalazioni, informato le Autorità e aiutato i consumatori, anche per districarsi nei provvedimenti adottati di volta in volta dal governo, non sempre chiari.

Penso agli spostamenti, un’altra problematica seguita a causa di sanzioni che a volte sono risultate ingiuste, come quelle fatte a chi si stava recando al lavoro.

Arriviamo quindi alla Fase 2 e al tentativo di normalizzazione. Come sono cambiate le richieste di intervento in queste diverse fasi dell’emergenza e quali sono le sfide che ritenete più urgenti nei prossimi mesi?

La Fase 2 ha segnato il primo passo verso un lento ritorno alla normalità, purtroppo disagi e disservizi compresi. Pensiamo al distanziamento sociale. Finora per quanto riguarda il trasporto ferroviario non si sono registrate particolari criticità, in quanto il numero di pendolari si è ridotto drasticamente, ma non si può dire altrettanto per autobus e metropolitana. A Roma è bastato un guasto a un treno della Linea A della metro per creare affollamento nei vagoni.

Quindi, all'interno di questo contesto, quali azioni ritenete imprescindibili?

Ora e per il futuro immediato è necessario che dalle promesse si passi ai fatti ed è su questo che stiamo vigilando. I cittadini stanno affrontando enormi sacrifici, anche dal punto di vista economico.

Adesso è il momento di dimostrare che non sono soli, che gli aiuti annunciati sono reali.

Tra i provvedimenti che avete annunciato negli scorsi giorni c’è anche la campagna “Voucher? No, grazie!” avviata per il settore turistico. Quali tutele state cercando di garantire?

L’emergenza Coronavirus sta causando molte cancellazioni per quanto riguarda viaggi, vacanze, eventi culturali, ludici e sportivi. A farne le spese, come spesso accade, sono i consumatori, ai quali viene imposto il voucher. Sono obbligati ad accettarlo se non vogliono perdere i soldi, anche se in molti casi non sanno se e quando potranno utilizzarlo.

E rispetto al problema, in che modo state intervenendo?

Noi forniamo assistenza su tutto il territorio nazionale per far valere i loro diritti, che ci sono e su cui si è espressa anche l’Unione Europea.

Il nostro Paese ha ricevuto un richiamo, in quanto secondo la normativa comunitaria il consumatore deve avere la possibilità di scegliere tra voucher e rimborso. Anche l’Antitrust l’ha sottolineato con una lettera al Governo e al Parlamento. Ci auguriamo che ora avvenga un cambio di rotta, che i diritti dei consumatori vengano finalmente garantiti.

Rispetto invece ai provvedimenti decisi dal governo durante la fase dell'emergenza avete criticato l'assenza di tutele per i consumatori. Quali provvedimenti sperate si possano realizzare?

Finora per i consumatori sono arrivati soltanto slogan, nessuna tutela. È emblematica la mancanza di previsione di slittamento di rate di mutui o prestiti, lasciando alle società private la discrezionalità sul concederle o meno.

Ci vogliono scelte chiare a protezione del tessuto economico, rappresentato non dall’impresa, ma dal consumatore che spende. Famiglie e imprese avranno una forte contrazione del reddito e le scadenze in corso manderanno il sistema in sovraindebitamento. Non è sufficiente una manovra deflattiva delle spese, è assolutamente necessario immettere liquidità nel sistema.

Tenendo conto del contesto appena evidenziato, quali altri provvedimenti suggerite?

A nostro avviso bisogna prevedere un periodo di tassi agevolati, anche in vista delle operazioni che in tal senso saranno poste dalla BCE, come ampiamente annunciato. La riduzione della pressione fiscale appare ineludibile, anche se in questo momento potrebbe sembrare una contraddizione, visto l’aumento del debito pubblico.

Nel medio e lungo termine, invece, va promossa e lanciata una riconversione industriale attraverso una riqualificazione della spesa pubblica e il rilancio di investimenti pubblici in settori di servizio quali istruzione, ambiente, agricoltura, sanità, servizi sociali, trasporti, alta tecnologia. Tali servizi creano reddito indiretto alle famiglie, che, avendo un’adeguata copertura sociale, possono investire nel proprio tempo le risorse. Il tessuto economico del Paese è fatto da terziario, autonomi e PMI. Dovranno essere previsti interventi specifici a favore di questi settori con una riduzione della burocrazia e incentivi al credito agevolato.

Considerando la situazione dal punto di vista del lungo termine, quali sono a vostro parere i rischi maggiori che il Paese si troverà ad affrontare e quali le strategie che possono essere messe in campo per garantire la tenuta sociale e per dimostrare di aver colto l’emergenza come un’occasione costruttiva di ripensamento per il sistema?

Abbiamo di fronte sfide difficili. Prevediamo una riduzione delle tutele delle famiglie, dei consumatori e delle piccole imprese, come purtroppo sta già avvenendo. Per questo abbiamo deciso di puntare sul rafforzamento della presenza sul territorio dei nostri Sportelli. Diventeranno dei baluardi di legalità, anche contro le derive autoritarie dei poteri dello Stato, che in questa grave situazione di crisi sembrano aver perso la bussola della Costituzione, improvvisandosi all’occasione. Il prossimo futuro non è roseo. L’azione di Governo è totalmente assente sul piano dei diritti e delle tutele del singolo. Se manteniamo gli attuali modelli economici e sociali, l’Italia non supererà la crisi.

I provvedimenti emergenziali devono lasciare spazio a iniziative e misure a breve e lungo termine che prevedano riforme strutturali del modello economico e dei consumi.

Quali strategie possiamo attuare per affrontare la grave crisi economica che stiamo vivendo?

La crisi economica deve essere un’opportunità di rilancio, ma per far questo è necessario che il sistema Paese non sia squilibrato, il peso delle perdite, che inevitabilmente ci saranno, deve essere distribuito su tutti i soggetti economici, cercando di alleggerire la posizione di ognuno. Servono aiuti diretti alle famiglie, facendo leva sulla pressione fiscale e sull’erogazione di servizi da parte del pubblico a costi contenuti. In una situazione del genere è importante guardare al futuro e non scaricare su un solo soggetto il peso della crisi, salvaguardando inutilmente altri interessi economici e deprimendo ulteriormente la nostra economia.