Il giorno 23 aprile, ha iniziato a circolare il decreto definito Irpef, che conferma il funzionamento del Bonus Renzi di 80 euro mensili che va ad aumentare il totale della busta paga, riservato a tutti i lavoratori che hanno un reddito annuo lordo fra 8.000,01 e 24.000 euro e, diminuirà fino ad arrivare ai redditi lordi da 26.000 euro.
Tale Bonus, che avrà un totale annuale pari a 640€ (80€ al mese) sarà riservato solo a coloro che avranno lavorato per tutta la durata dell'anno, mentre, andrà a diminuire in caso di "stop" lavorativo forzato o meno: così, chi avrà lavorato per nove mesi su dodici, avrà diritto ai nove dodicesimi di 640€, ossia 480€.
Il decreto "Bonus 80€ di Renzi", contiene poi nella sua parte finale (articolo 1, comma 2), un'altra precisazione particolarmente importante per quanto riguarda il periodo lavorativo: la distribuzione del bonus è articolata in otto mesi, ma, il diritto per ottenerlo si matura esclusivamente in dodici, comportando così una sorta di aiuto anche per chi ha lavorato prima dell'entrata in vigore del decreto, a patto che abbia raggiunto un reddito di ottomila euro.
Tale sistema, però, come del resto la maggior parte dei decreti, presenta un'altra faccia della medaglia, che potrebbe comportare delle complicazioni per alcune tipologia di lavoratori: un lavoratore, che ha terminato il proprio rapporto a novembre per esempio, ha diritto all'intero ammontare del Bonus Renzi, stando a quanto scritto sul decreto, cosa che comporterà in seguito, il dover restituire la parte della somma in eccesso.
Per quanto nessuno voglia criticare la "genuinità" del Bonus di 80€ promesso da Renzi, stando allo stato delle cose attuali una cosa è certa: gli organi competenti saranno di sicuro chiamati a dare un sacco di spiegazioni.