La notizia non è di quelle che può passare in secondo piano. In passato l'Italia è stata sempre considerata "la maglia nera" nell'impiego efficiente dei Fondi europei. A sostenerlo è Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, sul sito web ministeriale. Alla fine del 2017, invece, l’Italia ha assorbito tutte le risorse in scadenza per la Programmazione 2014/2020, insomma "neanche un euro è andato sprecato", fanno sapere con orgoglio dal ministero. De Vincenti è pienamente convinto che sia proprio quella intrapresa, seppure non facile, la "strada giusta".

Per la programmazione in questione, il ministro annuncia che le condizioni per realizzare il "pieno assorbimento" ci sono proprio tutte, come peraltro era avvenuto per la 2007-2013.

'Sforzo collettivo'

C'è stato un "recupero di capacità amministrativa" attraverso uno "sforzo collettivo" non indifferente. Il passato a cui si faceva riferimento sembra proprio uno sbiadito ricordo: De Vincenti dice che lo "stiamo cancellando" del tutto e spiega che si stanno conducendo con una tempistica "adeguata" diversi interventi mirati al concreto rilancio di territori ritenuti "meno fortunati". Oltre 1,4 miliardi di euro, complessivamente, la spesa relativa ai 20 programmi operativi adottati nel 2014. Considerando anche gli altri Programmi operativi, la spesa sui fondi cosiddetti Fesr e Fse ha raggiunto quota 2,6 miliardi, circa il 5,2 per cento delle risorse disponibili per il periodo che va dal 2014 al 2020.

E' quanto emerge dalle certificazioni delle spese che sono giunte alla Commissione europea, da parte dell'Agenzia per la coesione territoriale per il Fondo europeo di sviluppo regionale, Fesr, e dall'Anpal, Agenzia nazionale politiche attive lavoro, per il Fondo sociale europeo, Fse.

Aspettando la fine dell'anno

Va sottolineato che le risorse attivate sono vicine ai 20 miliardi di euro.

che equivalgono al 38,8 per cento delle risorse Fse e Fesr, pienamente in linea con quella che può essere considerata la media europea. Dato verificato a Roma, il 23 novembre scorso, durante l'incontro le Autorità di gestione italiane e la Commissione Ue. De Vincenti guarda anche alla scadenza di fine 2018, quando si dovranno certificare spese per una cifra vicina al 17 per cento delle risorse disponibili.

E' opportuno ricordare che l'Unione europea concede finanziamenti per una vasta gamma di progetti e programmi in diversi settori: sviluppo urbano e regionale, occupazione e inclusione sociale, agricoltura e sviluppo rurale, politiche marittime e della pesca, ricerca e innovazione, aiuti umanitari.

La gestione

Sul sito dell'Ue si evidenzia che i fondi "sono gestiti seguendo norme rigorose" e che l'utilizzo è "sottoposto a uno stretto controllo". Possono presentare domanda piccole imprese, giovani, ricercatori, agricoltori e imprese rurali. Relativamente ai giovani, due tipi principali di finanziamenti: opportunità di studio con il programma "Erasmus+", relativa all'assistenza destinata agli studenti dell'ultimo anno degli istituti superiori e formazione professionale in un altro Paese, e cofinanziamento di progetti per incoraggiare la partecipazione civica e il volontariato".

In particolare il Fesr concentra gli investimenti su diverse aree prioritarie: innovazione, agenda digitale, sostegno alle Pmi, economia a basse emissioni di carbonio. Gli investimenti del Fondo sociale europeo interessano tutte le regioni dell'Ue. Fra il 2014 e il 2020 sono previsti investimenti in capitale umano negli Stati membri per oltre 80 miliardi di euro, con almeno 3,2 miliardi di euro in più per l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile.