Theresa May ha respinto formalmente la mano tesa dal partito laburista per cercare un compromesso su Brexit.

Negli scorsi giorni, il leader socialista Jeremy Corbyn aveva presentato al premier britannico una lettera in cui venivano esplicitate le condizioni per ottenere il loro appoggio per l'approvazione del piano di uscita dall'Europa, ma oggi la sua proposta è stata ufficialmente rifiutata.

A 50 giorni dal 29 marzo, il giorno in cui il Regno Unito sarà ufficialmente fuori dall'Europa, il parlamento inglese non ha ancora approvato nulla che stabilisca le modalità di uscita.

La principale condizione posta dai Labour era che la Gran Bretagna rimanesse comunque nell'unione doganale europea, ma all'accordo si è frapposta l'ala estrema del partito Conservatore, secondo cui questa scelta avrebbe impedito al Regno Unito di firmare altri accordi economici internazionali.

A tenere in pugno May, ancora una volta, sono i suoi stessi uomini di partito, facendo gravare pesantemente l'ombra di una spaccatura interna.

Il portavoce: "Dobbiamo avere una politica commerciale indipendente"

"Vogliamo essere assolutamente chiari su questo - ha affermato Stewart, il portavoce di May - noi non stiamo prendendo in considerazione le proposte di Jeremy Corbyn; noi non stiamo prendendo in considerazione nessuna proposta di rimanere nell'unione doganale.

Noi dobbiamo avere una nostra Politica commerciale indipendente".

Il portavoce di del primo ministro ha poi definito un calendario per gli ultimi aggiornamenti su Brexit. May farà delle dichiarazioni nella giornata di domani, presumibilmente rilanciando alcune proposte, che i deputati della camera dei comuni discuteranno nella giornata di giovedì.

Quando i giornalisti di BBC Breakfast gli hanno chiesto se ritenesse o meno possibile il compromesso, il portavoce ha affermato "Penso che lei ritenga, come me, che in realtà non ci divide poi così tanto dal partito Laburista, come alcuni lasciano suggerire".

Rimane uno spiraglio

Sicuramente le affermazioni di Stewart confessano un interesse di May a prendere in considerazione la proposta di Corbyn, interesse supportato dalla controproposta del premier britannico, che ha rimesso in ballo due questioni scottanti come l'ambiente e i diritti dei lavoratori.

L'intento di May è sicuramente quello di prendere tempo, anche oltre la scadenza del 29 marzo, per provare a ricompattare il suo partito e fare in modo da raggiungere l'approvazione di un nuovo deal. Il consenso ancora necessario è quello del DUP, il partito nordirlandese conservatore, i cui voti in parlamento sono essenziali per l'approvazione del piano.