Negli ultimi giorni, su numerosi quotidiani, si è diffusa la notizia che la Dote Scuola della Regione Lombardia sarebbe stata bocciata dal Tar. Le cose non stanno esattamente così, la bocciatura in realtà è stata parziale e riferita al contributo dell'anno scolastico scorso, il 2012/2013: vediamo cosa è successo e quali ripercussioni avrà la vicenda, basandoci sullo stesso testo della sentenza e sulle dichiarazioni dei ricorrenti e dell'assessore regionale all'istruzione Valentina Aprea.
Dote Scuola e Buono scuola Regione Lombardia: il ricorso
Nel maggio 2013 le famiglie di due studentesse frequentanti due scuole superiori del milanese, precisamente l'istituto Dalla Chiesa di Milano e il Primo Levi di San Donato, presentano il loro ricorso contro la Dote Scuola della Regione Lombardia: sono assistite dagli avvocati Vittorio Angiolini, Luca Formillan e Alessandro Basilico.
Dote Scuola Lombardia, la sentenza del Tar: ricorso accolto su un punto e respinto sul resto
Il 2 aprile 2014 è stata depositata la sentenza. Il Tar ha accolto il ricorso su un punto, quello che riguarda la componente della Dote sul sostegno al reddito così come deliberata per l'anno scolastico 2013/2014 (una misura che è stata modificata per quanto riguarda l'anno in corso): bocciato quindi, il contributo che per gli studenti delle scuole statali oscillava tra 60 e i 290 euro, mentre per quelli delle paritarie tra i 400 e i 950.
"L'amministrazione ha previsto - si legge nella sentenza - senza alcuna giustificazione ragionevole e con palese disparità di trattamento, delle erogazioni economiche diverse e più favorevoli per coloro che frequentano una scuola paritaria, pur a fronte della medesima necessità e della medesima situazione di bisogno economico".
Respinta, invece, la parte del ricorso che intendeva colpire l'intero impianto degli aiuti per il pagamento della retta delle scuole paritarie, basandosi sull'assunto che la libertà di scelta dovesse essere "senza oneri per lo Stato". I giudici hanno, al contrario, riconosciuto piena legittimità all'impostazione di base data dalla Regione Lombardia, in base ai principi della "pluralità dell'offerta formativa" e della garanzia di "pari opportunità di accesso" ai diversi percorsi scolastici offerti dalle scuole pubbliche o paritarie.
"Le scuole private - afferma la sentenza - che ottengono la parità scolastica fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale dell'istruzione e svolgono un servizio pubblico. La pluralità dell'offerta formativa è tale solo se i destinatari sono realmente posti nella condizione di accedere ai percorsi scolastici offerti dalle scuole private, perché solo così si tutela la libertà di scelta e si assicura la pari opportunità di accesso ai percorsi offerti dalle scuole non statali".
Per questo, sono legittimi i provvedimenti atti a "superare le condizioni di svantaggio economico degli alunni".
In sostanza, è stata bocciata una componente della Dote 2013/2014, ma riconosciuta la validità generale dell'impostazione: le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico, e le famiglie devono avere la libertà di scegliere in quale istituto far studiare i propri figli.
Dote scuola Lombardia 2014: nessuna ripercussione sui contributi di quest'anno
Come già detto, la bocciatura della sentenza si abbatte su una componente della Dote del 2013/2014. L'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, Valentina Aprea, ha quindi voluto precisare che "l'intervento regionale previsto con la delibera di due mesi fa non è stato minimamente toccato dalla sentenza del Tar e le famiglie possono tranquillamente continuare a presentare le domande per l'ottenimento del contributo regionale". Secondo le modalità e con le scadenze già descritte in precedenza.