Sicuramente una delle più importanti novità riguardanti il 2015 che hanno caratterizzato il Governo del premier Matteo Renzi, è quella relativa al Bonus Bebè. Tale provvedimento è stato introdotto da una norma dell'ultima legge di stabilità. Si tratta di un sostegno pensato per talune famiglie che si trovano in una certa situazione reddituale e che in pratica consiste in un vero e proprio contributo pari a 80 euro mensili. Questo tocca alle famiglie in possesso di particolari requisiti e che abbiano un bambino nato nel periodo tra l'1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017.

Questa normativa però ha subito moltissime polemiche da parte delle associazioni di categoria.

Fondamentalmente il motivo di tali critiche è il fatto che la norma prevede delle limitazioni così forti che alla fine moltissime famiglie rimarranno escluse dai benefici di questo contributo. Infatti proprio in tal senso non stupisce il fatto che secondo i primi conti questa operazione costerà molto poco alle casse dello Stato italiano. Per il 2015 infatti si parla di una spesa che supererà di poco i 200 milioni di euro mentre quasi il triplo è previsto per il 2016. Infatti il bonus in questione spetta alle famiglie con ISEE che non superi la soglia dei 25 mila euro lordi. Da ciò si evince chiaramente come non sia facile per le famiglie italiane rientrare fra coloro che avranno diritto di avvalersi di questo bonus.

Inoltre è stato anche stabilito che le famiglie che hanno un ISEE inferiore ai 7 mila euro lordi avranno diritto ad un bonus "doppio" pari a 160 euro mensili. Per ottenere il Bonus Bebè oltre ad essere in possesso di tali requisiti reddituali occorre seguire delle semplici procedure. Inanzitutto occorre procurarsi l'ISEE recandosi presso un Caf o un Patronato.

Poi una volta ottenuto l'importante documento bisognerà rivolgersi all'Inps per presentare la domanda. La presentazione della domanda va fatta online secondo le modalità previste dalla normativa. Qualora non si abbia particolare dimestichezza con internet è pur sempre possibile rivolgersi direttamente ad un patronato oppure anche ad un Caf.