Genova, prima città della Liguria che vanta di un patrimonio storico non indifferente, quello che è ritenuto da alcuni il più grande d'Europa, nonché nella lista del Patrimonio dell'Unesco. Oltre a ciò, è la prima città ligure a vietare l'apertura di attività commerciali come call center, kebab, money transfer e sexy shop all'interno del centro storico. La delibera comunale, approvata ieri in seduta straordinaria, ha come obiettivo quello di preservare il cuore di Genova, mantenendo salde qualità e tradizione.

Intesa tra Comune, Camera di Commercio e Regione: delibera comunale

Approvata ieri (29 giugno 2018), in seduta straordinaria, dall'assessore leghista al Commercio Paola Bordilli, una delibera comunale, la quale ha sancito l'intesa tra Comune, Camera di Commercio e Regione nel mantenere il centro storico 'pulito' da attività commerciali che ne rovinerebbero l'atmosfera. L'intento è quello di fare in modo che la gente che visita il cuore di Genova possa immaginarsi, nel miglior modo possibile, d'essere in un tempo storico precedente al nostro. Quindi, negozi di quel genere non fanno altro che sminuire quel fascino e quella suggestiva atmosfera storico-culturale che si cercano di ricreare il più fedelmente possibile.

La riuscita dell'approvazione della delibera non è stata per niente semplice. All'inizio, era stata bocciata da alcuni assessori, i quali avevano dei dubbi riguardo la compatibilità tra il contenuto della proposta e le norme nazionali ed europee sulla libera concorrenza. Successivamente, è stata ripresa in considerazione fino ad arrivare al momento dell'approvazione.

Organizzazione e messa in pratica della proposta

In base alle decisioni prese, si delimiterà un'area in cui saranno incluse le zone e le vie più frequentate dai turisti. All'interno di essa, sono bandite qualsiasi attività commerciale non inerenti al contesto. Quindi, come detto prima, kebab, call center, money transfer, sexy shop, discoteche e molte altre.

In più, ci sarà una zona, detta "zona di pregio", in cui potranno essere aperte attività commerciali che rispettino le linee guida collegate alla proposta, ovvero garantendo qualità, tradizione e varie specifiche estetiche. Inoltre, per aprire l'attività, in aggiunta alla Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), bisognerà anche richiedere l'autorizzazione al Comune. Insomma l'importante è che le nuove attività commerciali garantiscano qualità e tradizione.