Nell'agenda 2014 l'associazione degliindustriali americani guidata Jay Timmors propone di inserire una strategia di stimoloalla crescita economica di medio-lungo periodo da formulare in maniera bipartisan al Congresso. 

Al netto del costo dellavoro, l'associazione denuncia un gap competitivo del 20%in termini di maggiori oneri di produzione nei confronti deiprincipali concorrenti globali. Il documento individua quattro obiettivi strategici da perseguire:

  • creare un contesto favorevole agli investimenti produttivi
  • sviluppo scambi commerciali
  • mantenimento leadership nel campodell'innovazione
  • rafforzamento dell'economia dellaconoscenza

Coerentemente a taliobiettivi, vengono sottoposte all'attenzione delle forze politiche diverse misure prioritarie finalizzate al rilancio dell'industriamanifatturiera statunitense.

Fra queste se ne individuano alcune auspicabili anche per il nostro paese.    

Fisco e legalità

Gli industriali spingonoi regolatori a creare un sistema fiscale nazionale omogeneo, aeliminare l'eccesso di regolamentazione in materia ambientale,  a ridurre la burocrazia che disincentiva gli investimenti e a riformare il sistema giudiziario giudicatotroppo aleatorio (jackpot).

Dal punto di vistafiscale si invita l'amministrazione federale a contenere ilcorporate tax rate al livello dei principali concorrenti globali e a calibrare in maniera oculata le aliquote della tassazionesul reddito in maniera tale che non penalizzino gli imprenditoridelle PMI che pagano le imposte a livello individuale.

Energia einfrastrutture

Nel capitolo energia si punta a migliorare l'efficienza del sistema stabilendoda un lato un corretto e bilanciato mix energetico fra le fonti edall'altro favorendo gli investimenti del settore nello sviluppo di nuove tecnologie.

Perquanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti su cui puntareper aumentare la competitività sono quelli legati alle reti e allaconnettività: da internet, con particolare riguardo alla tecnologiawireless, allo sviluppo e manutenzione delle tradizionali strade,ferrovie e rete energetiche.

Libero scambio

Gliindustriali ritengono fondamentale favorire e ampliare l'accesso aimercati di consumo globali per le produzioni americane e per questospingono l'Amministrazione a supportare le organizzazioniinternazionali come il WTO nelle politiche di apertura. Si vedono dibuon occhio gli accordi con gli altri paesi per ridurre lerestrizioni e agevolare gli scambi commerciali, a patto che venganogarantite regole internazionali per la protezione dei brevettie la tutela della proprietà intellettuale così come il contrasto al fenomeno alla criminalità informatica.

Quest'ultimo punto suona piuttosto paradossale alla luce delrecente scandalo Datagate che sta minacciando proprio i negoziati perl'accordo di libero scambio fra Stati Uniti e Unione Europea.

Innovazione

Per favorire unaproduzione competitiva e appetibile sui mercati internazionali, sirichiedono politiche di incentivo fiscalipermanenti per gli investimenti in R&S mentre si invitano il governo federale e le varieagenzie a perseguire politiche di investimento pubblico/privato inricerca di base con particolare riferimento alle filiere dell'ITC e del biomedicale. 

Conoscenza

L'ultimo importantecapitolo è quello relativo alla formazione professionale. Si propone di creare un sistema nazionale diaccreditamento delle competenze dei lavoratori per favorirne lamobilità a livello federale.

Si promuove un sistemaeducativo coerente con le sfide economiche del paese che favoriscal'acquisizione di conoscenze nel campo della scienza, dellatecnologia, dell'ingegneria e matematica. Si propone un'incisivariforma della regolamentazione dell'immigrazione in maniera tale da contrastare l'illegalità e favorire l'ingresso e la permanenza di forza lavoro altamente qualificata. 

Insomma, la ricetta degli industriali a stelle e strisce combina sapientemente  alcuni ingredienti liberisti come la riduzione della pressione fiscale, la semplificazione burocratica e il libero scambio con altri tipicamente keynesiani come il supporto diretto ed indiretto agli investimenti, con particolare riguardo a quelli di carattere  pubblico in infrastrutture ed economia della conoscenza. Sembrerebbe un compromesso ragionevole.