Piega a 8 euro, i cinesi mettono in ginocchio i parrucchieri di casa nostra. Prezzi straordinariamente bassi e altamente competitivi rispetto ai prezzi praticati dai parrucchieri italiani. Orari continuativi e apertura anche di lunedi.

Sembrano tutte notizie che dovrebbero far felici le nostre donne, sempre attente alla propria immagine e al proprio aspetto, se per far questo, si può risparmiare, ben venga questa concorrenza. Ma è tutto oro ciò che luccica? O, come al più delle volte, sotto questi prezzi stracciati da 8 euro a piega praticati dai parrucchieri cinesi si nascondono comportamenti scorretti e sleali?

È indiscutibile dal punto di vista economico che, se tutte le regole, fiscali burocratiche e professionali, a cui sono sottoposti i saloni dei nostri parrucchieri italiani, fossero applicate correttamente con i prezzi dei molteplici saloni cinesi non si riuscirebbe a coprire i costi e garantire un giusto guadagno di cui ha diritto qualsiasi lavoratore, che sia esso dipendente o autonomo.

Probabilmente come denunciano le varie associazioni di categoria in questi saloni non vengono attuate tutte le regole previste dalla legge italiana ma, molto probabilmente, vengono disattesi diversi adempimenti amministrativi e fiscali vedi contributi ai dipendenti e altro.

Se questo non bastasse a far desistere i clienti di casa nostra, magari poco sensibili alla problematica del lavoro nero e quant'altro sul rispetto dei diritti sindacali dei dipendenti, un'altra tesi a difesa dei parrucchieri di casa nostra e a tutela del Made in Italy il dubbio sulla qualità dei prodotti usati dai cinesi.

Alcuni fatti di cronaca darebbero ragione alle associazioni di categoria, basti vedere alcuni accadimenti successi a clienti di questi saloni, esempio eclatante successo a Trieste dove una cliente in seguito a trattamento perde i capelli a ciocche , o a Milano dove i Nas hanno sequestrato tinte fatte con la tempera.

Risparmiare pochi soldi e rischiare? Ognuno è libero di scegliere

Resta comunque il fatto che le istituzioni devono comunque far rispettare le regole a tutti, sia per non creare concorrenza sleale sia per tutelare il consumatore.