È giunto oggi al Senato il Disegno di Legge (Ddl) delega che si relaziona, insieme al Ddl su contratti a termine e apprendistato, con il Jobs act del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Tra i principali contenuti del Ddl c'è la riforma degli ammortizzatori sociali e dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, il riordino dei rapporti di lavoro, il sostegno alla maternità e alla conciliazione.
Tanti i punti su cui dovrà ora esprimersi la Commissione Lavoro: criteri della Cig e dell'introduzione dell'assegno universale di disoccupazione; contratto a tutele crescenti, compenso orario minimo, fino all'istituzione dell'Agenzia Nazionale per l'occupazione e alla 'tax credit' per le mamme.
Aspi per tutti?
La tanto proclamata Assicurazione Sociale per l'Impiego - meglio nota come Aspi - partorita dalla "riforma Fornero" potrebbe essere estesa a tutti "i lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e con l'esclusione degli amministratori e sindaci".
Potrebbe altresì essere introdotta una sorta di testo unico sul lavoro ipotizzando anche nuove tipologie contrattuali sperimentali con l'obiettivo di favorire l'entrata nel mondo del lavoro. Parola d'ordine, ancora una volta, flessibilità. Ci si chiede, però, se sia un termine che rimarrà proprio dei lavoratori o inizierà a pervadere anche il mondo delle imprese e del lavoro in senso più generale. Anche perché anche in Italia è iniziata ormai l'era dei licenziamenti in tronco "american style", quando il lavoratore è chiamato dal proprio responsabile il venerdì pomeriggio e gli viene detto che quello è il suo ultimo giorno di lavoro.
Forse vedremo, come negli Usa, sempre più persone che escono dalle aziende con la scatola di cartone contenente i propri effetti personali? Presto per dirlo anche se le avvisaglie indicano questa strada.
Il Ddl vorrebbe inoltre sostenere la maternità e la conciliazione di vita privata e lavoro magari grazie alla flessibilità di orario (e al telelavoro?, ndr).