"Se i lavoratori hanno approvato un accordo è sbagliato e contrario alla nostra natura che si scioperi contro quel voto". Lo dice Susanna Camusso, suscitando uno dei pochi applausi - non particolarmente lungo - durante la sua relazione di apertura al XVII congresso della Cgil, che si è aperto oggi a Rimini. Il riferimento di Camusso è al tema delle "sanzioni" previste nel testo unico sulla Rappresentanza, firmato dalla Cgil con gli altri sindacati confederali e contestato duramente dalla Fiom Cgil. E al fatto che il voto sugli accordi deve essere il vero e unico punto di riferimento certo di un sindacato.

Che dunque non può scioperare dopo che i suoi lavoratori hanno detto di sì ad un accordo con il datore di lavoro.

Dal palco la segretaria Cgil ha rivendicato il ruolo di un "sindacato generale e confederale", che "esiste e organizza i lavoratori, le lavoratrici, chi ha il lavoro e chi l'ha perso". Ed ha anche ricordato che oggi il sindacato sa che la contrattazione non funziona, e non funziona "anche per ragioni nostre".

La rottura tra i sindacati confederali, e la tendenza dei governi a "scegliersi le controparti", "escludendo la Cgil" certamente hanno avuto un ruolo. Ma le divisioni, gli accordi separati, "portato della assenza di regole", il conflitto tra le organizzazioni sindacali, era il frutto di un'idea della contrattazione e della rappresentanza diversa tra l'uno e l'altro sindacati.

Oggi, dopo due accordi e dopo il testo unico sulla Rappresentanza, "si è aperta una nuova stagione", "finalmente, dopo l'era degli accordi separati".

Oggi, dunque, occorre voltare pagina. Certamente il voto sugli accordi aziendali resta "la scelta da far vivere e tradurre nei contratti nazionali di lavoro". "Ma dobbiamo anche dirci" - aggiunge la Camusso che "difficilmente le Rsu fanno accordi senza il consenso dei lavoratori".

È sul ruolo delle Rappresentanze sindacali unitarie, insomma, che si basa l'idea di sindacato esposta dalla segretaria Cgil, che ha criticato chi "come l'Usb o Cremaschi ci portano in tribunale contestando i nostri accordi". "Noi dobbiamo riconoscere alle RSU la forza e la vitalità con cui hanno affrontato la crisi. Le Rsu devono sapere che l'organizzazione confederale di categoria è al loro fianco".

Camusso ammette che "il testo unico è frutto ovviamente di una mediazione. E su questo ben vengano ulteriori passi avanti". Ma da lì occorre partire, per evitare che prenda piede una "idea corporativa del lavoro e della società".