Anche se la tanto agognata riforma Renzi sulle Pensioni è ancora lontana dall'essere ultimata, e nei media è tutto un susseguirsi di indiscrezioni ed anticipazioni, possediamo gli elementi per fare un punto della situazione preciso, inerente tutte le categorie di trattamento pensionistico, diverse dalla cosiddetta vecchiaia.

- Opzione Donna, o Contributiva: è stato chiarito dalla Commissione Lavoro e dal Governo stesso, nel novembre 2013, che la circolare 35 Inps, (che restringeva notevolmente la platea di lavoratrici avente accesso al suddetto trattamento, dando come termine ultimo dicembre 2014 anziché 2015), sia illegittima, in quanto ha distorto l'interpretazione della Legge che regola la materia, la 243/2004.

Di conseguenza, i requisiti per usufruire dell'opzione (35 anni di contributi più 57 anni e 3 mesi di età per le dipendenti, 58 anni e 3 mesi per le autonome) possono essere maturati sino al 31/12/2015. Siamo, tuttavia, in attesa di una comunicazione Inps che modifichi la precedente (sono già stati fatti interpelli, in merito, per sollecitare), ed altresì in attesa di ulteriori proroghe della normativa da parte del legislatore (è stato proposto, recentemente, un prolungamento al dicembre 2016).

- Pensione Quota 96 Scuola: anche per l'annoso problema del collocamento a riposo degli sfortunati dipendenti, aventi maturato la quota 96 nel comparto Scuola (i quali avrebbero ancora potuto usufruire della normativa pre-Fornero, ma sono stati esclusi a causa della nuova legge, che basa i calcoli su anni solari, e non scolastici), non è ancora stata trovata una soluzione; è stata promessa, tuttavia, la risoluzione definitiva del problema dopo le elezioni europee.

- Sempre per quanto concerne il comparto pubblico, il Ministro Madia ha ufficializzato, con la circolare n. 4 del 28 aprile 2014, un piano di prepensionamento per circa 20.000 statali in esubero, che potranno pensionarsi con i requisiti pre-riforma.

- Flessibilità in uscita: è stata recentemente firmata, dal presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, una proposta di legge che consentirebbe di risolvere gran parte delle problematiche causate dalla riforma Fornero sulle pensioni, in particolare quelle legate agli esodati ed ai lavoratori precoci.

Il testo prevede la possibilità, per chi abbia almeno 35 anni di contributi ed almeno 62 anni d'età, di anticipare il pensionamento, con una penalizzazione dall'8 al 2%, che andrebbe ad azzerarsi al compimento dei 66 anni. Per chi abbia maturato almeno 41 anni di contributi, invece, non è prevista alcuna penalizzazione, a prescindere dall'età.

Infine, la proposta prevede un sistema di incentivi per chi voglia trattenersi al lavoro sino ai 70 anni. In conclusione, dalla situazione generale emerge una sempre maggiore consapevolezza di quanto la normativa sulle pensioni, fortemente voluta dal Governo Monti, abbia in realtà inasprito la condizione di un numero enorme di lavoratori, senza portare un corrispondente miglioramento nelle casse dello Stato, a causa del notevole conseguente aumento della disoccupazione. Meglio, allora, come propone l'On. Damiano, un piano flessibile, che penalizzi, si, l'uscita anticipata, proporzionalmente agli anni di lavoro, ma che non privi gli individui di qualsiasi mezzo di sostentamento.