Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito in merito alla pensione anticipata 2014: a tenere banco sono ancora le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Commissione Lavoro Damiano a margine dell’incontro avuto in settimana con il ministro del lavoro Poletti.



Tante le ipotesi sul tavolo, con flessibilità e prepensionamento che paiono in questo momento le due parole chiave; a questo punto viene da chiedersi quale delle soluzioni paventate sia la più concreta e in che tempi giungerà una riforma della pensione anticipata 2014.

Pensione anticipata 2014, Damiano e Poletti a colloquio: prepensionamento e flessibilità chiavi di volta



Come accennato in apertura, in settimana si è assistito ad un importante incontro che ha visto protagonisti il ministro Poletti e il presidente Damiano: il meeting ha avuto ad oggetto la riforma dell’istituto della pensione anticipata 2014, con tutta una serie di ipotesi gettate nella ‘mischia’.

‘Il ministro Poletti - ha dichiarato Damiano parlando di pensione anticipata 2014 e prepensionamento - ha confermato la scelta di individuare una soluzione strutturale al problema pensionistico all’interno della Legge di Stabilità, utilizzando un insieme di proposte che vanno dalla flessibilità a partire dai 62 anni di età e con le penalizzazioni, alla Quota 100, dall’adozione del calcolo contributivo per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente, al prestito pensionistico’.



Tre le possibili ipotesi dunque: Quota 100, prepensionamento e pensione anticipata da 62 anni in poi a patto di scontare delle penalizzazioni e calcolo contributivo per chi abbandona anticipatamente l’impiego. Un sistema flessibile dunque, nel pieno rispetto di quanto previsto all’interno del DEF stilato ad aprile.



Al di là di quale soluzione possa essere la migliore, il grosso interrogativo concerne i tempi di realizzazione del tutto; nel suo intervento incentrato su prepensionamento e pensione anticipata 2014, Damiano fa addirittura riferimento alla Legge di Stabilità e dunque al 2015, deadline che sposta molto più avanti nel tempo la risoluzione di problemi che avrebbero invece bisogno di interventi immediati.



Il sistema pensionistico italiano continua dunque a pagare a caro prezzo l’epoca dei baby pensionati, quando 15 anni di contribuiti erano sufficienti per accedere al pensionamento; una struttura simile era destinata al collasso, e da lì in poi non si è fatto altro che estendere l’età pensionabile sino al culmine di tutti i provvedimenti, la legge Fornero, che dalla sua ratifica ha costretto il governo a dar corso ad operazioni di salvaguardia per oltre 11 miliardi di euro.



In un contesto condito dalla mancanza del ricambio generazionale e da picchi di disoccupazione mai visti prima, la ricetta ideale sembra quella di un riutilizzo di pensione anticipata 2014 e prepensionamento con un sistema di contrappesi fatto di piccoli disincentivi e penalizzazioni; la via non può certo essere quella del contributivo per tutti, dato che fatti due conti si rischierebbe di avere a che fare con assegni pensionistici decurtati - in alcuni casi - di oltre il 30% rispetto al calcolo retributivo.



E Voi cosa ne pensate? Quale soluzione potrebbe essere quella giusta? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!