Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito relativo al caso pensioni Quota 96 Scuola: a meritarsi in questo momento la luce dei riflettori (si fa per dire) è il deciso intervento del Commissario per la Spending Review Carlo Cottarelli, un pull di dichiarazioni il suo che farebbe quasi pensare come la chiusura del caso Pensioni Quota 96 Scuola sia causa e fonte primaria del dissesto finanziario dello Stato. Pur condivisibile in linea di principio - 'La revisione della spesa non deve essere usata come strumento per il finanziamento di nuove spese' - il pensiero di Cottarelli non può minimamente essere applicato alla vertenza dei Quota 96, per i quali non è stato istituito alcun privilegio quanto piuttosto ripristinato un sacrosanto diritto.

Che la cosa comporti delle perdite per lo Stato poco importa. Su questo stesso concetto ha concentrato il proprio intervento anche Manuela Ghizzoni, certa, precisa e puntuale nello scagliarsi contro il Cottarelli pensiero. Anche Damiano (presidente della Commissione Lavoro) è tornato a parlare di previdenza e pensioni Quota 96 Scuola dando nettamente ragione alla Ghizzoni e criticando il comportamento di Cottarelli, anche se allo stato attuale appare più grave la condotta di chi si mostra favorevole alle sue parole. Intanto proseguono le indiscrezioni sulle domande di pensionamento; stando a quanto anticipato da OrizzonteScuola.it, le domande saranno due, una da doversi presentare all'INPS e l'altra al MIUR.



Pensioni Quota 96 Scuola, Ghizzoni e Damiano vs Cottarelli: nessun privilegio, parliamo di diritti



Parlando di finanza pubblica e pensioni Quota 96 Scuola, il Commissario Cottarelli ha duramente contestato le modalità con le quali il Parlamento ha garantito le coperture economiche: 'Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro. E solo riducendo le tasse si può creare nuova occupazione. La revisione della spesa non deve essere usata come strumento per il finanziamento di nuove spese'. Tutto giusto verrebbe da dire, se non fosse che ai Quota 96 non si sta regalando nulla; nessun privilegio, nessun vitalizio, nessuna corsia preferenziale, solo un errore che è stato sanato: 'Tengo a precisare una cosa: la norma riguardante la cosiddetta Quota 96 del comparto scuola non interviene sull'impianto del sistema previdenziale - ha argomentato la Ghizzoni parlando di pensioni Quota 96 Scuola e delle parole di Cottarelli - La noma emenda un errore che la stessa ex ministra Fornero ha ammesso e cioè quello di non aver riconosciuto la specificità del comparto scuola dove, indipendentemente dal momento in cui si maturano i requisiti, in pensione ci si va solo il 1° di settembre. Quindi, non è stato concesso alcun privilegio a questi lavoratori che, lo ricordiamo ancora, non sono esodati e non sono stati trattati da esodati. Abbiamo semplicemente ristabilito l'esercizio di un diritto'. Sulla stessa lunghezza d'onda il pensiero di Damiano: 'La soluzione per Quota 96 degli insegnanti è andata in porto alla Camera con il voto di fiducia. Se il Governo ha chiesto la fiducia su un testo i suoi ministri non possono farsi venire i dubbi successivamente cedendo, ancora una volta, alle pressione dei tecnici o dei commissari. Spetta alla politica decidere le priorità di spesa'. Insomma, il caso pensioni Quota 96 Scuola si avvia giustamente alla conclusione.

Pensioni Quota 96 Scuola: nota MIUR-INPS, le domande saranno due



Stando a quanto anticipato da OrizzonteScuola.it, i Quota 96 dovranno inoltrare due domande di pensionamento entro il 15 agosto: una al MIUR (in formato cartaceo) e l'altra, ovviamente, all'INPS; ricordiamo comunque che si tratta di un'indiscrezione e che la chiusura ufficiale del caso pensioni Quota 96 Scuola arriverà solo dopo l'ok del Senato atteso per l'8 o 9 agosto. In successione, il MIUR emanerà una nota esplicativa e i Quota 96 si adegueranno alle disposizioni ivi contenute, con buona pace di quanti, detrattori e mal pensanti, non comprendono la portata di quanto fatto dal Parlamento.