Shakespeare direbbe 'Molto rumore per nulla' e in effetti tutto quanto si è detto nelle ultime ore sulla riforma della Scuola, di questo attesissimo Consiglio dei Ministri di oggi, 29 agosto e delle novità del presidente del Consiglio Renzi si è rivelato una bolla di sapone che, alla fine, è scoppiata.

Tutto rinviato a settembre. Oggi, quindi, non sarà lo 'scuola-day'. Tutta colpa dei conti, delle coperture e dei buchi in bilancio e non era difficile profetizzare la causa di tale slittamento. A poche ore dalla relazione che l'Italia dovrà consegnare nelle mani dell'Unione Europea in merito alla sua affidabilità sui conti pubblici, il premier non se l'è sentita di promettere ufficialmente, ad esempio, l'assunzione di centomila precari, annuncio che probabilmente avrebbe fatto preoccupare non poco Bruxelles.



Riforma della scuola, slittamento di dieci giorni ma il programma resta quello

E così Renzi ha chiamato il ministro Giannini dicendo che la 'carne al fuoco era troppa e che bisognava fermarsi'. Se ne parlerà tra una decina di giorni, così ha detto il responsabile del Miur, quando si dovrebbe riunire nuovamente il Consiglio dei Ministri. Da quanto trapelato, però, sembra che non ci siano in vista dei ripensamenti su quanto anticipato in questi giorni. Dunque, ricapitolando, dovrebbero essere queste le linee guida principali:

  • stabilizzazione dal 1 settembre 2015 di 100-120mila precari;
  • piano di assunzioni fino al 2017 di 50mila precari l'anno per svuotare le graduatorie;
  • premi per la carriera e ridimensionamento degli scatti di anzianità;
  • inglese e informatica nelle elementari più storia, geografia, storia dell'arte e musica;
  • quattro nuove figure di docenti (esperti e senior) da affiancare ai dirigenti scolastici; una nella scuola primaria che si occuperà del rapporto con le famiglie; le altre tre alle superiori che supporteranno i settori riguardanti l'orientamento, i bisogni speciali e la formazione interna.
Vedremo se da qui a dieci giorni cambierà ancora il 'menu' della riforma della scuola targata Matteo Renzi: del resto, ci siamo abituati alle 'metamorfosi' dell'Istruzione (o Distruzione come qualcuno la vuol chiamare).