Alla fine il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha chiarito che non ci sarà nessun contributo o prelievo di solidarietà sulle Pensioni alte, medie e ovviamente neanche su quelle basse. Il palcoscenico scelto per chiudere definitivamente la questione è il meeting di CL di Rimini. È arrivata quindi la conferma di quanto aveva già annunciato via twitter il Premier Matteo Renzi, cioè del fatto che nessuna misura simile era realmente all'esame del Governo. Il fatto che il Ministro parlasse a titolo personale si può comprendere anche dal suo commento sulla vicenda: "avevo detto una cosa normale, che ci vorrebbe un atto o la possibilità di un atto di solidarietà all'interno del sistema previdenziale".

In Italia vincono le rendite: l'affondo del Ministro

Si parlava quindi per principio, quando si spiegava che il problema previdenziale poteva essere risolto grazie ad un contributo di solidarietà; non c'era nessun progetto concreto se non la consapevolezza che il sistema pensionistico manca di solidarietà, sia tra coloro che adottano lo stesso sistema di calcolo della rendita, sia tra le diverse generazioni. Tanto è vero che nel corso della conferenza il Ministro tornerà a parlare delle rendite (di ogni forma e tipologia) come di uno dei problemi cardine che affligge il Bel Paese: "vincono le rendite, non le opportunità […] Cambiare la testa è un problema complicato, non cambiare le norme […] se non cambiamo testa non cambiano neanche le norme".

Tutto pronto per il prossimo Consiglio dei Ministri

Il chiarimento di Poletti arriva prima di un appuntamento molto importante, il Consiglio dei Ministri di fine agosto con il quale verrà varato il Decreto Sblocca Italia, un pacchetto di misure pensato per incidere profondamente sulla situazione del Paese. Nel corso della conferenza Poletti ha parlato anche di lavoro e della necessità di riformare il Paese attraverso una riformulazione dell rapporto tra lavoro e impresa.

Resta invece sul piatto la questione dei tanti desiderosi di approdare in pensione (spesso con i requisiti di legge già maturati e poi spazzati via dalla Riforma Fornero), che però aspettano una sanatoria dell'esecutivo utile a ottenere l'agognato assegno. Si parla di migliaia di lavoratori del pubblico e del privato, tra esodati, Quota 96 della scuola, precoci e disoccupati con età avanzata.