Sarà probabilmente il tema della previdenza una delle aree su cui si potrà misurare meglio l'efficacia dell'azione di governo e della capacità di problem solving del nuovo esecutivo Renzi. Che il tema sia un campo minato deve averlo ben compreso anche lo stesso Presidente del Consiglio; dopo una girandola di dichiarazioni, annunci e smentite al riguardo ha infatti richiamato tutti all'ordine per far calare il silenzio sulla questione. Meglio aspettare misure certe prima di fare nuovi propositi, ma soprattutto meglio attendere di conoscere la reale situazione dei conti pubblici, visto che i segnali di recessione provenienti dall'economia non spingono certo verso l'adozione di ulteriori misure popolari (dopo il lancio del bonus 80 euro destinato ai dipendenti pubblici e privati).

L'attuale sistema previdenziale resta inadeguato rispetto alle esigenze dei cittadini

È chiaro che "qualcosa" deve essere fatto per cercare di riportare un po' di equilibrio nella vita dei cittadini. Dopo che la Riforma Fornero del 2011 ha riportato in equilibrio i conti dell'Inps, ora manca all'appello una riparazione alle tante situazioni di disagio che si sono create inevitabilmente attuando provvedimenti restrittivi sulla previdenza. È lo stesso Ministro del lavoro Giuliano Poletti a sottolineare che le criticità devono arrivare a conclusioni definitive. Seguendo le sue parole, bisogna "trovare il modo per far sì che chi perde il lavoro e non può ritrovarlo abbia almeno un reddito minimo per poter arrivare alla pensione.

Dobbiamo quindi aiutare chi si ritrova senza lavoro e senza pensione".

La soluzione pertanto deve essere calibrata non solo al fine di risolvere situazioni di stallo, come quelle sperimentate da esodati, precoci o Quota 96, ma anche per andare incontro ai cittadini che si trovano in una condizione di disagio occupazionale: "cercheremo di mettere dentro alla legge di stabilità uno strumento per le persone avanti nell'età del lavoro, che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione".

Renato Brunetta interviene sul tema del pensionamento anticipato

Anche Renato Brunetta è intervenuto recentemente sul tema del prepensionamento, criticando l'estrema inflessibilità della Riforma Fornero e spiegando che il sistema necessita di orientarsi verso forme di ingresso nella tutela previdenziale meno rigide.

D'altra parte, l'idea di intervenire nel senso di una maggiore flessibilità è ormai divenuta trasversale: si pensi alle dichiarazioni in merito di Damiano, Baretta e Poletti, ma anche alle indicazioni della stessa UE (che ha più volte fatto riferimento al nuovo concetto di flexicurity).

Andare verso una simile direzione non solo è indispensabile, ma resta ormai sempre più urgente visto che il clima di recessione e di blocco dei consumi interni concorre a creare nuove situazioni di disagio e ad esasperare quelle che sono ormai da anni in attesa di una soluzione.