Non accenna ad arrestarsi il dibattito in tema di Pensioni 2014 e pensione anticipata: è ormai palese come il punto di svolta si avrà con la Legge di Stabilità, il provvedimento che in fin dei conti certifica il bilancio dello Stato e statuisce lo stanziamento di risorse necessario per ratificare questo o quel provvedimento. Gli interventi previdenziali da dover portare a termine sarebbero estremamente numerosi, su tutti la riforma della pensione anticipata e la proroga relativa all’opzione contributivo donne; eventuali nuove forme di pensione anticipata servirebbero per flessibilizzare l’uscita dal lavoro consentendo ai lavoratori di decidere quando abbandonare l’impiego a fronte di un pull di incentivi e disincentivi, ma il dibattito che si sta tenendo in vista della Legge di Stabilità di ottobre non lascia presagire nulla di buono.
Al momento Renzi pare concentrato altrove (in particolare sulla riforma del lavoro), una condotta questa che il Premier tiene ormai dall’inizio del proprio mandato ma che in questo momento è suffragata dai richiami sovranazionali provenienti da Enti e Organismi Economici (l’ultimo quello del FMI) che invitano l’Italia ad abbassare il monte spese previdenziale. Ma come è possibile, ci chiediamo noi, intervenire sul mercato del lavoro in maniera organica e costruttiva senza correggere ‘le falle’ di un sistema, quello previdenziale, che non dà spazio al ricambio generazionale e all’ingresso dei giovani? Lo stesso INPS si è più volte detto d’accordo riguardo ad una riforma che coinvolga pensioni 2014 e pensione anticipata e che miri a costituire un meccanismo di uscita dal lavoro più flessibile e meno rigido: la Legge di Stabilità dovrà essere sfruttata proprio in vista di questo fine, l’alternativa sarà l’implosione di un sistema che non può reggere alla contemporanea presenza di un flusso di ingressi flessibile (quello che vorrebbe Renzi) e di un meccanismo d’uscita rigido.
Sullo sfondo rimane poi la questione dell’opzione contributivo: arriverà la proroga?