Prosegue il dibattito in tema di pensioni lavoratori precoci: Poletti, Damiano (presidente della Commissione Lavoro) e il governo Renzi continuano a formulare delle ipotesi di riassetto della previdenza che passino da una rivisitazione della pensione anticipata con conseguente introduzione di un nuovo strumento pensionistico. La scelta dovrà cadere tra prestito INPS e ponte pensionistico, istituti simili nella forma che in realtà Poletti non ha mai concretamente dettagliato: in un caso si procederebbe con l’erogazione di un prestito pagato dall’INPS ai lavoratori che accettino di abbandonare anticipatamente l’impiego, nell’altro si creerebbe una sorta di scivolo grazie al quale consentire agli individui rimasti disoccupati di concludere il percorso di accesso al pensionamento.
Entrambe le soluzioni potrebbero presentare dei profili di affinità con il caso Pensioni lavoratori precoci, ma a tenere banco al rientro dalla pausa estiva è l’assoluta mancanza di un dibattito o anche solo di una riproposizione della norma che all’inizio di agosto fu stralciata in seguito al colpo di mannaia brandito dalla Ragioneria di Stato alla riforma della PA. Ci stiamo riferendo all’emendamento che prevedeva la cancellazione delle penalizzazioni pecuniarie per chi accede alla pensione anticipata a quota 62 anni, una misura che a detta dello stesso Damiano avrebbe finalmente costituito un intervento serio e strutturato in riferimento al caso pensioni lavoratori precoci. Ad oggi la norma è sparita e con lei anche l’idea di riproporla.