Il dibattito in parlamento è vivo sulla riforma Pensioni Renzi in generale e su tutti gli argomenti spinosi ancora non risolti quali l'opzione donna, i Quota 96, e la pensione anticipata che potrebbe riguardare esodati e lavoratori precoci ed usuranti. Il ministro del lavoro Poletti è intervenuto parlando della Riforma pensioni di Renzi: nel suo intervento che parafrasiamo, il ministro ha precisato che la priorità del Governo dovrebbe essere quella di tutelare con un reddito minimo, per poter arrivare alla pensione, tutti coloro che sono rimasti senza lavoro e non riescono a ritrovarlo.
Nella Legge di Stabilità, dice Poletti: "cercheremo di mettere uno strumento per le persone avanti nell'età del lavoro, che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione".
Quota 96, precoci, usuranti: cambiamenti in vista o solo belle parole?
Nonostante i buoni propositi insiti in queste parole l'entusiasmo, specie per Quota 96, lavoratori precoci e quelli che hanno svolto lavori usuranti, che confidavano in riforme imminenti, va scemando perché Poletti prosegue dicendo: "In questo momento non c'è nessun progetto che riguardi le pensioni da nessun punto di vista". Il motivo è facile da comprendere, mancano come sempre le risorse finanziarie che consentano al Governo di attuare all'interno della riforma delle pensioni interventi a favore della flessibilità e dunque dell'uscita anticipata dal mercato del lavoro.
Nella Legge di Stabilità dovrebbero essere maggiormente tutelati gli esodati, ovvero coloro che sono rimasti senza lavoro e senza stipendio, per tutti gli altri al momento mancherebbero le risorse e quindi non sembrerebbero esserci buone nuove all'orizzonte.
Riforma pensioni, Quota 96, precoci ed usuranti, pensione anticipata: Cottarelli e i tagli
Anzi Cottarelli, il commissario alla spending review, ha presentato ieri un programma di tagli che potrebbero ridurre ancor più il raggio d'azione, già limitato, del Governo Renzi.
Nel documento stilato da Cottarelli sono previsti risparmi per 20 miliardi da dover recuperare in soli tre anni. Il rischio è che sia l'idea del pensionamento anticipato quanto quella di Damiano che incitava alla flessibilità non vengano più prese in considerazione a causa dei continui tagli richiesti e delle risorse mancanti.
L'unica via di fuga al momento resta l'opzione donna con metodo contributivo, ossia la possibilità per le lavoratrici donne dipendenti, che hanno raggiunto 35 anni di contributi e 57 anni e 3 mesi di età, di accedere alla pensione anticipata pur con un assegno ridotto. Per le autonome la possibilità è già venuta meno il 31 maggio, per le lavoratrici dipendenti, se non verrà emanata alcuna proroga, il tempo scadrà a dicembre 2014. Insomma alla fine di tutto ciò, a rimetterci saranno come sempre i soliti noti? Quota 96, precoci e coloro che svolgono lavori usuranti? Il dubbio resta visto che dei tagli sulle pensioni d'oro pare non volersene più parlare.