Nuova possibile svolta per l'ampia platea dei lavoratori disagiati, formata da una moltitudine di persone e famiglie rimaste tagliate fuori dalle tutele Inps a causa della Riforma Fornero del 2011. Per chi non lo sapesse stiamo parlando di persone come i lavoratori precoci, che hanno accumulato sulle proprie spalle oltre quattro decenni di lavoro, ma che non possono andare in pensione a causa dell'innalzamento del limite anagrafico. Situazione similare per chi ha svolto lavori usuranti e non ha la forza fisica per potersi mantenere attivo con la professionalità necessaria.

Un caso diverso è invece rappresentato dai lavoratori ATA e dagli insegnanti Quota 96, che hanno paradossalmente già maturato i requisiti necessari al pensionamento, ma che non possono farli valere a causa di una svista della riforma previdenziale risalente al 2011. Ci sarebbe poi da specificare la singolare situazione degli esodati (che tirano avanti di salvaguardia in salvaguardia, con la spada di Damocle di una continua scadenza). Per tutti, è stata ribadita da più parti la necessità di introdurre una maggiore flessibilità nell'accesso alla pensione.

I tentativi falliti e la rinascita del Progetto Damiano: ci si riprova con la quota 100?

Di fatto ogni tentativo di trovare un rimedio definitivo è andato finora a vuoto.

La soluzione ideale sembrava poter arrivare dal progetto di Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, che aveva ipotizzato di offrire ai lavoratori un pensionamento anticipato con 35 anni di contribuzione e 62 anni di età, purché questi accettassero una penalizzazione del 2%. Purtroppo la misura è stata respinta dal Governo Renzi, dopo che i tecnici della Ragioneria dello Stato avevano stimato in 30 o 40 miliardi le risorse necessarie a copertura della sanatoria.

Preso atto della situazione, Damiano è tornato a proporre una nuova soluzione, caratterizzata questa volta dalla Quota 100: il pensionamento si potrebbe realizzare, a titolo di esempio, con 63 anni di età e 37 di contribuzione (o con combinazioni similari). L'idea è che una tale misura possa essere decisamente meno onerosa per le casse pubbliche, anche se avrebbe il limite di escludere una parte dei lavoratori disagiati dalla possibile salvaguardia.

Pensione anticipata con Quota 100: cosa pensano i lavoratori disagiati?

Stante la situazione, negli articoli precedenti sui possibili scenari previdenziali di novembre abbiamo chiesto ai lavoratori di esprimere la propria opinione. A.R. afferma: "quota 100, attualmente e secondo la situazione attuale, mi sembra una giusta soluzione, se dovesse andare in porto. A me personalmente hanno tolto tre anni di pensione, ma visto che sono ancora vivo...va bene cosi". G. S. commenta: "tanto per cominciare, Quota 100; poi a cascata altre soluzioni con quote inferiori, ma graduali nel tempo, per non creare un fuggi fuggi generale". Più elaborato il commento di G.C.: "io credo che qui la politica vuole proprio prendersela con i lavoratori.

È lo sfascio del nostro sistema pensionistico: va bene che negli anni passati andare in pensione con il minimo dei versamenti era troppo , ma solo per noi lavoratori perché per i politici basta pochissimo per andarci, e che Pensioni! Valutando il fatto che continuano a parlare di come risolvere il problema e non se ne viene a capo a [...] la quota 100 mi sembra quella più ragionevole". E voi, siete d'accordo con i nostri lettori? Come sempre, restiamo a disposizione per dare spazio alle vostre idee. Se invece volete restare aggiornati sulla previdenza, potete cliccare sul pulsante "segui".