Prosegue il dibattito sui Quota 96 della Scuola e sulla pensione venuta a mancare ingiustamente per una svita nella precedente riforma Fornero. Stiamo parlando di insegnanti e lavoratori ATA impiegati all'interno dell'istruzione pubblica, che nel 2011 hanno subito l'innalzamento retroattivo dei requisiti anagrafici, nonostante i requisiti al pensionamento fossero già maturati con la famosa quota 96: 35 anni di contribuzione e 61 anni di età, oppure 36 anni di contribuzione e 60 anni di età. Allo stato dei fatti gli insegnanti chiedono ormai da tre anni di ricevere una sanatoria per la situazione di disagio subita, mentre i Governi che si sono succeduti finora non sono stati in grado di reperire le risorse necessarie per chiudere definitivamente la questione.

Ancora oggi l'attuale Governo Renzi ha mostrato un atteggiamento piuttosto ambiguo, visto che di fatto non considera i quota 96 alla stregua di veri e propri lavoratori in difficoltà, come ad esempio è stato riconosciuto per gli esodati del settore privato.

Quota 96 e Ministro Stefania Giannini: ultime dichiarazioni in merito

Riguardo la vicenda dei Quota 96, nelle ultime settimane si sono registrate numerose dichiarazioni, non sempre nella direzione richiesta da insegnanti e lavoratori. Solo poche settimane fa il Ministro Stefania Giannini aveva spiegato che "nessun intervento è previsto per mandare in pensione i Quota 96 prima del termine previsto dalla legge Fornero. Saranno destinati a mansioni diverse […] A questo punto un quota 96 nel piano de #labuonascuola può rientrare non andando in pensione, ma entrando nell'organico funzionale per essere destinato a mansioni organizzative, non alla didattica frontale.

Non si tratta di esodati appesi al filo della disperazione". È invece di ieri l'accenno del Ministro ad un nuovo conteggio iniziato dal Miur, al fine di monitorare con precisione l'evoluzione del problema e valutare la possibilità di eventuali soluzioni.

I Quota 96 non ci stanno: nuove forme di protesta spontanea

Nel frattempo i quota 96 prendono atto che la prossima legge di stabilità 2015, con grande probabilità, non conterrà al proprio interno alcuna sanatoria per la propria situazione.

Proprio a partire da questa premessa, i comitati territoriali Q96 e i cobas scuola hanno organizzato negli ultimi mesi diverse proteste a Roma, sia alla fine del mese di agosto che di settembre. Risale invece allo scorso 10 ottobre 2014 l'ultima protesta spontanea, quando a Salerno due insegnanti a cui è stato negato il pensionamento si sono incatenate davanti al cancello della propria scuola: "siamo rimasti imbrigliati per un errore della riforma Fornero, la quale non ha tenuto conto della specificità del comparto scuola che, per assicurare la continuità didattica agli alunni, permette un'unica finestra d'uscita per il pensionamento alla fine dell'anno scolastico (31 agosto) e non di quello solare [...] il Governo ha tradito la scuola pubblica".

Proprio a tal riguardo, Maria Lucia Rossiello (una delle due insegnanti) ha spiegato che sarebbe dovuta andare essere in pensione fin dal settembre 2012 e che davanti all'ingiustizia subita è scomparsa la sua fiducia nelle istituzioni. E voi cosa pensate di queste iniziative di protesta? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo. Se invece desiderate ricevere gli ultimi aggiornamenti sul tema, potete utilizzare il tasto "segui" presente in alto a destra.