Rischiano di andare a vuoto le tante richieste dei lavoratori disagiati, che vorrebbero poter finalmente trovare un sistema di tutele efficiente con la prossima legge di stabilità 2015. La richiesta a gran voce di una maggiore flessibilità nell'uscita dal lavoro è stata fatta propria negli ultimi tempi anche dal Parlamento attraverso i suggerimenti arrivati dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano. Anche dall'Inps giungono richieste di flessibilizzare l'ingresso nelle tutele previdenziali: il neo Presidente Tiziano Treu ha avuto parole di riguardo per i lavoratori precoci, persone che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che sono rimaste tagliate fuori dal welfare previdenziale a causa dell'innalzamento dei vincoli anagrafici.

Ma in una situazione altrettanto difficile si trovano anche gli esodati, chi ha svolto lavori usuranti, i quota 96 della scuola e i disoccupati in età avanzata.

Ministro Giuliano Poletti: non sono previsti specifici interventi

Stante la situazione appena descritta, la probabile resa dei conti potrebbe essere già arrivata con la risposta del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti: "al momento non sono previsti specifici interventi sulle Pensioni nella Legge di Stabilità, né di togliere né di aggiungere", anche perché secondo gli ultimi conteggi arrivati dai tecnici della Ragioneria dello Stato, per una sanatoria in grado di offrire la pensione anticipata a tutti sarebbero necessarie risorse tra i 30 e 40 miliardi di euro.

Cifre che non risultano nella disponibilità di spesa del Governo Renzi e che non sarebbero reperibili nelle pieghe di un bilancio già fortemente provato dal ritorno in recessione del Paese.

Dati preoccupanti dal rapporto Inps: più di 2 milioni di pensionati sotto 500 € al mese

Nel frattempo arrivano dati molto preoccupanti dal Bilancio Sociale dell'Inps; secondo il rapporto pubblicato dall'istituto di previdenza del Bel Paese, circa il 13,4% (2 milioni e centomila persone) ha avuto nel 2013 un reddito uguale o inferiore ai 500 € mensili, mentre il 70% resta sotto la soglia dei 1500 € al mese.

Lo scorso anno l'Inps ha registrato anche un crollo delle pensioni relative ai lavoratori pubblici (-2.1%), mentre i lavoratori privati sono diminuiti dell'1.1% e i parasubordinati del -9.3%. Riguardo la spesa per la CIG, prendendo spunto dalle stesse parole riportate all'interno del report: "l'analisi dei dati riguardanti il numero dei beneficiari di ammortizzatori sociali nel 2013 testimonia il perdurare delle difficoltà affrontate da imprese e lavoratori italiani".

Sono stati infatti aiutati con ammortizzatori sociali e di welfare circa 4.5 milioni di persone, con un incremento del 17% per quanto riguarda l'indennità di mobilità.

SPI CGIL: per il Governo Renzi i sindacati sono fantasmi?

Dopo la diffusione dei dati Inps è arrivato in breve tempo anche il commento di Carla Cantone, segretario generale di SPI Cgil: "l'inps ci dice ancora una volta che il 43% dei pensionati vive con meno di mille euro al mese, ma per il Governo evidentemente sono dei fantasmi [...] ricordo sommessamente che il premier ha promesso di estendere il bonus da 80 €, ma non mi pare che dalle prime indicazioni sulla legge di stabilità emerga la volontà di mantenere la parola data".

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