Sono i professori di greco e latino gli insegnanti a essere in maggiore difficoltà: difficile trovare la risposta o la giusta motivazione da impartire ai ragazzi per avviarsi con maggiore dedizione allo studio di queste due lingue antiche. Qual è dunque il senso dello studiare a Scuola il greco e il latino? Nel 2014 è ancora importante quanto necessario studiarle e qual è l'utilità che gli studenti potrebbero trarre dall'apprendimento del greco e latino? Ogni insegnante di queste due importanti materie, simbolo del Liceo, degli studi linguistico-filosofici e delle lingue romanze, sa bene quanto sia diffuso il quesito e quanto gli studenti si rivolgano a loro con la frase "Studiare latino o studiare greco tanto non serve a nulla". A sostegno dello studio delle lingue antiche e della ricerca delle stategie per far comprendere l'importanza dell'apprendimento del greco e latino nelle scuole, si svolgerà a Torino, nella giornata del 14 novembre 2014, un convegno dal titolo: "Il nostro liceo: cambiare per non morire? Un'azione teatrale in forma di processo".

Perché studiare latino e greco nel 2014?

"Il nostro liceo: cambiare per non morire? Un'azione teatrale in forma di processo", si svolgerà a Torino, il 14 novembre 2014, alle ore 9:00 presso il Teatro Carignano. All'evento-dibattito, indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione, la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Torino, l'Ufficio Scolastico Regionale Piemonte e Il Mulino, parteciperanno i licei clssici il “Sociale”, il “Cavour”, “il Galileo Ferraris”, il “Gioberti”, il “Giordano Bruno”, il “Gobetti”, il “Valsalice”, il “D’Azeglio” e l'“Alfieri” di Torino, a seguire il "Carlo Alberto” di Novara, il “Botta” di Ivrea (TO), il “Des Ambrois” di Oulx (TO), “Monti” di  Chieri (TO), il “Peano-Pellico” di Cuneo, il “Plana” di Alessandria, il “Porporato” di Pinerolo (TO) e il “Newton” di Chivasso (TO). Ospiti di eccezione Umberto Eco, difensore dell'indirizzo di studio storico per eccellenza, il liceo classico, e Andrea Ichino, il quale diventerà l'accusatore dello studio delle "lingue morte".



Il fulcro principale del dibattico è lo studio della lingue classiche, il quale, negli ultimi tempi, ha perso la sua attrattiva, osteggiato dalla mancanza di spendibilità sul mercato del lavoro. Uno studio che, al momento, sembra non offrire possibilità lavorative, ma non solo. Il liceo classico e lo studio delle "lingue morte" non sembra più avere senso nel 2014, epoca in cui si dà maggiore attenzione alla tecnologia del web, della chat, del messanger caratterizzati da una lingua veloce, ridotta, che si pone di offrire una comunicazione essenziale e non si preoccupa dell'origine dello strumento di comunicazione, ovvero la stessa lingua. Saranno, dunque esposte due differenti tesi: a favore o contro lo studio del greco e latino, avvalorate da esempi pratici e critici riflessi nella società contemporanea, in continuo movimento, nei gusti e nelle necessità, e di cui fanno interamente parte gli studenti di oggi, che si vedono risucchiare all'interno di un vortice che li porta a pensare che, "giacché morte", le lingue classiche non abbiano più importanza; che l'autorità dei classici, sui quali si fonda la nostra lingua, l'italiano, e la nostra cultura stessa, siano obsoleti, in un mondo in cui si va sempre più veloci, e si fa in fretta a rinnegare le teorie che hanno dato dei risultati nel piano culturale e formativo. Il programma completo dell'evento: "Il nostro liceo: cambiare per non morire? Un'azione teatrale in forma di processo", può essere visualizzato in un documento Pdf all'indirizzo: http://www.istruzionepiemonte.it/?p=12185.