Come a molti noto, fra le tante infrazioni al diritto europeo contestate all'Italia, è ancora aperta quella relativa alla discriminazione di genere provocata dal mantenimento di differenti tempi di accesso alla pensione anticipata fra gli uomini (che ad oggi necessitano di 42 anni e 6 mesi di contributi versati) e le donne (ad oggi un anno in meno).

Alla ricerca di un aggiornamento dello stato della "pratica", abbiamo trovato - disponibile online fra gli atti parlamentari pubblici - la più recente "Relazione del Ministero dell'Economia e Finanza concernente l'impatto finanziario derivante dagli atti e dalle procedure giurisdizionali di precontenzioso con l'Unione Europea  (Aggiornata al 31 dicembre 2013)".

La posizione "implicita" del Ministero dell'Economia e Finanze, facendo "scolasticamente" il suo lavoro, mette per l'ennesima volta in evidenza solo i "risparmi" potenziali di un eventuale innalzamento dell'età del pensionamento anticipato a danno delle donne.

Viene facile pensare che si tratti di una posizione che sembra provenire da un mondo lontano dalla contingenza, che in tanti stanno vivendo nel paese "reale", e che appare ancora più "perverso" della stessa riforma Fornero, già tanto pesantemente intervenuta sulla vita di centinaia di migliaia di persone (lavoratori e familiari), sia pure con la scusa del momento "eccezionale" all'epoca vissuto.

Come non capire che un eventuale allungamento del tempo di accesso per le donne porterebbe solo altri affanni alle famiglie italiane?

Al contrario, l'occasione potrebbe essere sfruttata per cominciare a mitigare gli effetti della legge Fornero, intanto almeno per gli uomini, magari - in estrema ratio - prevedendo entro 3-4 anni di unificare tutti sui livelli di anzianità previsti per il 2017-2018 (e di fatto già scontati nei loro effetti economici) grazie alla già prevista aspettativa di vita ?.

Si creerebbe uno sfogo per tanti lavoratori esodati e non salvaguardati, per tanti "precoci", per tanti cassintegrati di lungo corso (tra l'altro riducendo l'onere relativo per lo stato). Ne beneficerebbero anche le imprese e la pubblica amministrazione (che, dal 2011, hanno visto bloccata ogni possibilità di turnover, essendo costrette a mantenere in organico lavoratori anziani e in larga parte demotivati e/o non riconvertibili) che potrebbero aprire il mondo del lavoro a giovani "carichi" di speranze e digitalmente più "avanti"...

Tante persone stanno, tra l'altro, esaurendo i loro risparmi senza vedere però la fine del tunnel: un anno in meno potrebbe significare per loro, e per i loro familiari, recuperare più certezza di un futuro vivibile.....

Quando, da parte di qualcuno della sinistra PD, in particolare, si sente dire "noi la vediamo diversamente dal MEF", parlando di un ministero di un governo guidato dallo stesso PD, viene da pensare che l'argomento sia talmente tanto trasversalmente oggetto di attenzione da non potersi limitare ad un'area (tra l'altro minoritaria?) di un singolo partito, specie se di governo.

Ed allora la gente continua a non capire come, a parole, tutti siano d'accordo ma nei fatti, almeno sinora...