Tutti i media continuano a dare spazio alle diverse posizioni politiche che, da mesi ormai, si rincorrono nel prospettare ipotetiche soluzioni ai danni della legge Fornero.
Quello che non si comprende è il perché, nonostante tante disponibilità apparentemente provenienti da tutto il Parlamento (Scelta Civica esclusa), queste soluzioni non si riescano a trovare. Nel frattempo, esodati, lavoratori precoci con oltre 40 anni di contribuzione, disoccupati di lungo corso, 60enni senza lavoro né pensione restano in stand-by.
Proviamo a fare un'ipotesi: sul piano della pressione popolare, non sarà forse un punto debole il fatto che le casistiche di lavoratori danneggiati dalla legge Fornero siano talmente tante che, spesso, capita addirittura che si pongano in contrasto fra loro?
E non sarà che, forse, proprio approfittando di queste divisioni tanti politicanti stiano giocando al "divide et impera" per costruire, a turno, speranze di cui poi non saranno chiamati (sperano loro) a rendere conto ad alcuno? Le elezioni europee, checchè se ne dica, hanno stravolto il quadro politico italiano: da lunedi scorso, anche se la maggioranza al governo è la stessa, niente sarà più come prima.
A meno di sorprese (cui, per la verità, Renzi #staisereno sta provando ad abituarci), il Governo ed il Parlamento sembrano puntare decisi verso la fine naturale della legislatura: elezioni politiche lontane, dunque, e situazione ideale, quindi, per non correre alcun rischio nel non mantenere le promesse fatte.
E allora? Tutti i defraudati dalla legge Fornero forse hanno una sola speranza: compattarsi, mettere da parte le esigenze di nicchia e puntare ad un obiettivo comune che possa salvare subito il maggior numero di loro e porre le basi per accorciare al massimo l'attesa per gli altri.
Un'operazione per nulla semplice e che dovrà guardarsi le spalle dai tanti "voltagabbana" politici e sindacali che, all'epoca, guardarono dall'altra parte.