L'andamento negativo dell'indice Pil e i suoi prossimi effetti sugli assegni pensionistici sono diventati inevitabilmente argomento di discussione degli italiani che 'avvertono' i pericoli di una nuova beffa, oltre a quella legata al minor potere d'acquisto del proprio reddito, a volte già ridotto di suo ai minimi termini.

Se da una parte l'Inps, attraverso il suo commissario straordinario Tiziano Treu,  ha già promesso di adoperarsi affinchè il governo possa annullare la svalutazione delle Pensioni ed azzerare gli effetti pratici sull'importo degli assegni, dall'altra è lecito attendersi un confronto con il Ministero del Lavoro e quello dell'Economia affinchè venga fatta chiarezza su ciò che potrà accadere secondo quanto previsto dal meccanismo della legge Dini che risale al 1995 e che ha come oggetto proprio questa delicata questione.
Questa svalutazione è proprio da ricondursi a questo provvedimento che, in ogni caso, non poteva di certo aspettarsi che il Pil facesse registrare, nel corso degli anni, addirittura un segno meno. Ma allora ci chiediamo: cosa succederà nei prossimi mesi ma soprattutto chi rischierà di vedersi 'limato' l'importo del proprio assegno pensionistico?

Pensioni 2014 e svalutazione per andamento negativo Pil: chi rischia di più?

Augurandosi, comunque, che la diatriba possa trovare una soluzione positiva e che si possa scongiurare questo pericolo, occorre considerare chi rischia di più in caso di tagli degli assegni pensionistici. Sarebbero colpiti dalla svalutazione, in particolare, quei lavoratori che termineranno la propria attività professionale in coincidenza con la fine del prossimo anno solare, il 2015. Infatti, chi è già andato in pensione non sarà interessato dalla svalutazione dei montanti contributivi.

Buone notizie anche per chi accederà alla pensione entro il mese di dicembre 2014, visto che la legge Dini aveva previsto che la rivalutazione dei montanti nell'anno in cui avviene la cessazione dall'attività lavorativa fosse uguale ad uno, (come coefficiente) e che pertanto non fosse soggetta nè a rivalutazione, nè tanto meno a svalutazione.

Avranno da temere (e anche parecchio...) invece quei lavoratori che godono del sistema misto dal 1 gennaio 2012, visto che la svalutazione dei contributi riguarderà tutto il montante che è stato accreditato a partire dal primo gennaio 1996.