Scuola e pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil contro il blocco dei contratti con salari fermi fino al 2019, ma anche riforma delle Pensioni, Quota 96 e l'assunzione dei docenti precari: tira aria di sciopero generale. Si attenderanno ancora due giorni prima che si possano verificare le intenzioni del Governo Renzi, al di là delle parole del Ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia che, il 10 novembre scorso, aveva affermato: "Farò in modo che il contratto si riapra il più presto possibile, noi lavoriamo tutti affinché ci siano le condizioni economiche per farlo".

Parole che sembrano più di circostanza e, naturalmente, non ritenute troppo affidabili da Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola rispetto a quelle che sono le richieste dei lavoratori pubblici e della Scuola che sabato scorso, 9 novembre 2014, sono scesi in piazza a Roma in 100 mila per dire no al blocco del contratto e dei salari che ormai dura da sei anni.

Ma l'incubo maggiore è quello di non ricevere alcun aumento per tutto il 2015, ma addirittura fino al 2019, con scatti di anzianità bloccati e in attesa dell'entrata in vigore del nuovo sistema di carriera previsto dalla riforma della Scuola attuata dal Governo Renzi (2 insegnanti su 3 riceveranno, in base al merito, l'aumento di stipendio di circa 60 euro ogni tre anni di servizio).

Se ci saranno i margini di una trattativa Governo-Sindacati lo sapremo già a partire da domani, 12 novembre, giornata nella quale è previsto l'incontro dei sindacati con il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini.

Sciopero generale Scuola e dipendenti pubblici: sblocco contratti, scatti, assunzioni, riforma pensioni e Quota 96

Trattativa che difficilmente, è bene precisarlo, riuscirà a sanare i malumori, anche perché l'incontro di domani è più incentrato su #labuonascuola e sul termine del periodo di consultazioni fissato per il 15 novembre.

In più va aggiunto che quella ventata di ottimismo per l'annuncio delle 150 mila assunzioni di docenti precari nella scuola prevista per il prossimo settembre, si è ormai dispersa sotto i colpi della crisi e dei tagli imposti già dalla Legge di Stabilità.

Sciopero Generale da organizzare, dunque, e che potrebbe avere non una singola azione, ma una mobilitazione ben più lunga.

I dipendenti pubblici adesso fanno sul serio: dal 2010 al 2013, il blocco dei contratti ha causato la perdita dai 2.800 ai 5.600 euro annui con la cancellazione di 310 mila posti pubblici, ultimi tra i quali gli Ata. Senza contare l'incertezza della riforma delle pensioni e dei Quota 96: insomma di carne al fuoco ce n'è ben troppa perché non tiri davvero aria di sciopero generale.