Resta ancora irrisolto il nodo dei lavoratori intellettuali, che si trovano a scegliere in un contesto di estrema incertezza cosa fare davanti alle prospettive di altri cambiamenti legislativi. Si tratta di eventi che possono influire profondamente nella gestione della propria attività, soprattutto per i piccoli professionisti. Stiamo parlando ovviamente dell'impatto che potrebbe avere la legge di stabilità 2015 circa la sostituzione del regime dei minimi con un nuovo regime agevolato. Purtroppo secondo i dati diffusi sin qui dal legislatore, di agevolato per professionisti, free lance e consulenti vi sarebbe ben poco: dietro l'allargamento generalizzato della platea a tutti i lavoratori, si troverebbero infatti nuovi vincoli stringenti per le categorie appena citate.

Soprattutto, sembra rappresentare un limite invalicabile il dimezzamento del tetto di fatturato, che passerà dai 30.000 € l'anno ad appena 15.000 €. Contemporaneamente però, si assisterà anche all'aumento dell'aliquota sostitutiva, che di fatto triplicherà passando al 15% (rispetto a quella precedente del 5%). Un mix di misure che costringerebbero in molti a chiudere l'attività a causa del reddito netto troppo eseguio rispetto al costo della vita.

Nuovo regime dei minimi 2015, scatta la corsa ad aprire con i vecchi requisiti?

Come abbiamo anticipato nei nostri precedenti articoli sul regime dei minimi, i giorni che ci separano dalla fine dell'anno restano gli ultimi utili per poter aprire la partita iva con i vecchi requisiti, che resterebbero validi fino al 2019.

D'altra parte, le ipotesi di una riformulazione delle normative secondo criteri più morbidi per i professionisti si scontrano contro la ristrettezza dei conti e i paletti posti a difesa del bilancio pubblico, tanto che ogni apertura dovrebbe passare per un inasprimento dei requisiti a carico di altri lavoratori. Resta il fatto che la decisione definitiva arriverà solo con l'approvazione della legge di stabilità al Senato, mentre i termini ultimi per accedere ai vecchi minimi scadono con il 2014.

Una coincidenza di eventi che sta ponendo i lavoratori davanti ad un difficile bivio, visto che devono prendere una decisione senza potersi basare su delle certezze e senza sapere quale sarà il reale impianto normativo di riferimento nel prossimo anno.

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