Sta facendo tanto discutere la riforma del Regime deiMinimi 2015 messa in campo con la Leggedi Stabilità dal Governo Renzi. Dopo l’ok della Camera dei Deputati, l’attenzionee le speranze delle migliaia di partiteIva italiane si concentra sul Senato dove è in corso di discussione il Ddlpresentato dall’esecutivo. Si annuncia una mazzata clamorosa per i giovaniprofessionisti, il prelievo infatti aumenterà e le nuove regole ridurranno dimolto la soglia di ricavi per accedere al regimeagevolato, spingendo di fatto tantissimi lavoratori autonomi verso il regime ordinario.

C’è di peggio: incantiere c’è anche l’aumento dell’aliquota contributiva per la gestioneseparata Inps al 33%. Le associazioni sono sul piede di guerra ma,purtroppo, a differenza di quanto avviene con le sigle sindacali più note, ilrilievo mediatico della protesta si mantiene per ora relativamente basso.

Regime Minimi2015, Consiglio Nazionale degli Ingegneri contro riforma Partite Iva

Secondo diverse statistiche, sono proprio i lavoratori autonomi con partita Iva a soffrire di più lapovertà: in media una famiglia su quattro che percepisce questi redditi vivecon meno di 9 mila 500 euro l’anno. E possono definirsi molto spesso persino “fortunati”,data la disoccupazione galoppante. Sul punto si è espresso anche Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri: “Modificareil regime dei minimi – ha tuonato- è un segno del totale distaccotra classe politica e mondo del lavoro”.

Il calo del fatturato dovuto alla crisi è estremamente significativoe l’abbassamento della soglia da 30 a 15 mila euro penalizzerà drammaticamente igiovani professionisti, unitamente al fatto che l’imposta sostitutiva dell’Irpef sarà portata dall’attuale 5% al 15%.

Riforma Partite Iva, nuovo Regime Minimi 2015e aumento aliquota gestione separata INPS

Le associazioni Acta, Confassociazioni e Alta Partecipazione hanno denunciato conforza il tentativo di aumentare l’aliquotadella gestione separata INPS che,stando alle ultime notizie, dovrebbe salire addirittura al 33%.

Sui social network sono stati lanciati gli hashtag #siamorottie #dicano33che stanno ricevendo migliaia di condivisioni. Basteranno a fermare tuttoquesto? Purtroppo le possibilità concrete di intervenire al Senato sembranoridotte al lumicino. Per rimanereaggiornati sui successivi sviluppi, cliccare il tasto “segui” accanto al nomedell’autore.