Sostituire e diminuire i vitalizi d'oro di deputati, senatori e consiglieri regionali - che vengono percepiti a vita dagli ex parlamentari con un generoso trattamento pensionistico che corrisponde sostanzialmente ai contributi previdenziali versati anche durante i mandati tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica - è l'obiettivo che cerca di raggiungere il gruppo parlamentare di Scelta Civica con due emendamenti al disegno di legge per le riforme costituzionali al vaglio della commissione Affari costituzionali di Montecitorio - presieduta da Francesco Paolo Sisto (di Forza Italia) - dove ieri è scoppiato il caos su nuovo Senato, amnistia e indulto sia per i mancati accordi nella maggioranza del Governo Renzi sia per le pressioni dell'opposizione e in particolare dei parlamentari del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo.

I deputati M5S hanno chiesto gli accantonamenti degli emendamenti alle norme costituzionali per le leggi di indulto e amnistia e hanno ottenuto una sospensione dei lavori. Lavori sospesi, in realtà, anche per la mancata intesa nel Pd e nella maggioranza sulla composizione del nuovo Senato. Intanto il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo ha illustrato oggi in aula a Palazzo Madama gli emendamenti al Jobs act Renzi-Poletti e sollecita interventi di riforma Pensioni 2015.

Riforme e pensioni d'oro, Scelta Civica: emendamento per stop vitalizi parlamentari

"Il vitalizio garantito a vita, a prescindere dai contributi versati, non è più sostenibile", ha affermato il deputato di Scelta civica Mariano Rabino, che ha fatto sapere di aver rinunciato al suo vitalizio da consigliere regionale del Piemonte.

"Io - ha spiegato il parlamentare di Sc, il partito fondato dall'ex premier Mario Monti e oggi guidato dal ministro dell'Istruzione Stefania Giannini - avrei maturato il diritto ad un assegno di 3mila euro lordi al mese, a partire da 65 anni, ma ho rinunciato". In materia di riforma pensioni 2015, riforma del lavoro e tagli alle pensioni d'oro, nel corso della discussione in aula a Palazzo Madama del Jobs Act, il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo è tornato sulla necessità di intervenire con un reddito minimo garantito e con una riforma pensioni che tagli le pensioni d'oro.

Già bocciato l'emendamento dei grillini alla Legge di Stabilità 2015 sull'aumento delle pensioni minime a 600 euro al mese, mentre il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi propone l'aumento delle pensioni minime fino a 1.000 euro al mese.

Riforma pensioni 2015 e Jobs act, nuovi emendamenti del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo

Intanto, il senatore del Movimento 5 stelle Giovanni Endrizzi oggi in aula al Senato dove è in corso l'esame degli emendamenti al Jobs act Renzi-Poletti, ha sollecitato l'approvazione dell'emendamento sul cosiddetto reddito minimo di cittadinanza che, secondo il parlamentare grillino, "costa 17 miliardi di euro".

Per il Movimento 5 stelle bisogna le risorse economiche necessarie per il reddito minimo di cittadinanza si possono recuperare "intervenendo - ha spiegato il senatore del M5s Giovanni Endrizzi su sprechi e privilegi". Bisogna inoltre "prevedere - ha proseguito il parlamentare grillino - una tassa riparatoria sul gioco d'azzardo che impoverisce le famiglie, il divieto di cumulo per le pensioni d'oro, il taglio alla consulenze e agli stipendi d'oro nelle società partecipate e nelle pubbliche amministrazioni".