Con il termine del 2014 è possibile fare finalmente il punto sulle novità introdotte durante l'anno nel difficile comparto della previdenza. Sono stati gli ultimi mesi, in particolare, ad essere particolarmente ricchi di novità. L'approvazione della legge di stabilità 2015 ha infatti comportato l'arrivo di una misura in favore dei lavoratori precoci, ai quali è stato finalmente riconosciuto il diritto al pensionamento senza le penalizzazioni previste con la legge Fornero del 2011. Potranno beneficiarne tutti coloro che matureranno i requisiti entro il 2017, pur tenendo presente l'innalzamento di quattro mensilità per l'adeguamento alle aspettative di vita, che avrà luogo a partire dal 2016.

Diverso il caso degli esodati, che hanno visto arrivare negli scorsi mesi la sesta salvaguardia parlamentare. È di queste ultime ore la notizia che tale provvedimento sarà esteso dall'Inps anche ai lavoratori che matureranno i requisiti di legge (età anagrafica e montante contributivo) nel corso del 2015: la nuova scadenza è infatti prevista per il 31 dicembre del prossimo anno.

Stop al cumulo dei contributi per le Pensioni d'oro dei lavoratori pubblici, resta lo stallo sull'opzione donna. Fondi pensioni privati penalizzati, ma con credito d'imposta.

Non sono mancante certamente altre novità riguardanti il settore della previdenza. Con la legge di stabilità 2015 è stato previsto anche lo stop al cumulo dei vantaggi retributivi e contributivi per le pensioni d'oro dei dipendenti pubblici con incarichi di prestigio, mentre sulla proroga dell'opzione donna per le lavoratrici che intendono farne richiesta nel 2015, l'Inps ha accettato di proseguire nell'accettazione delle domande.

Sul punto resta però l'incertezza dell'esito finale, perché l'istituto di previdenza al momento si sta limitando a protocollare le richieste di prepensionamento, in attesa di avere un parere definitivo dal Governo. Può dirsi invece conclusa la vicenda dell'innalzamento delle aliquote impositive sui fondi pensione privati (dall'11,5% al 20%) e sulle casse di previdenza dei professionisti (dal 20% al 26%).

In questo caso, l'unico "rimedio" (se può essere definito come tale) è arrivato con il passaggio della legge di stabilità in Senato, dove è stato previsto un credito d'imposta per quei gestori che decideranno di destinare i capitali del fondo ad investimenti effettuati in Italia.

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